Ciclismo

Stillicidio di ritiri, sarà un Giro falsato dal Covid?

Dopo i ritiri di Ganna ed Evenepoel, anche Pozzovivo è costretto ad alzare bandiera bianca. Con i focolai legati al Covid in aumento, il rischio che questa edizione del Giro sia resa meno significativa dal virus è molto reale. Come reagire?

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L’ombra del Covid, quella che speravamo tutti esserci messi alle spalle parecchio tempo fa, sta continuando a sconvolgere il Giro d’Italia, costringendo sempre più protagonisti a lasciare la corsa rosa. Dopo l’addio di due pezzi da novanta come Ganna e la maglia rosa Evenepoel, nella mattina successiva al primo giorno di sosta è arrivato anche l’abbandono di Domenico Pozzovivo. Quello del ciclista lucano è l’ottavo ritiro per la positività al Covid di questa edizione della corsa, rilevato dopo che nella notte aveva iniziato ad accusare i primi sintomi. Con la lista dei ritiri che si allunga sempre di più, molti stanno mettendo in dubbio le misure di sicurezza prese dalle varie squadre o la stessa legittimità di un Giro sempre più “monco”.

I focolai si moltiplicano

Oltre al ciclista lucano, un altro corridore della Israel-Premier Tech, Wurtz Schmidt, è stato costretto a non prendere il via da Scandiano per la decima tappa del Giro 2023. Niente positività per lui ma una serie di sintomi che farebbero sospettare l’infezione. Un’altra squadra, la Intermarchè, ha poi annunciato che, nonostante ieri avesse resa pubblica l’intenzione di continuare a correre nonostante la positività, il norvegese Sven Erik Bystrøm non se l’è sentita di rischiare ed ha alzato bandiera bianca. Il ciclista scandinavo non è affatto un temerario, visto che era stato autorizzato dai team medici dell’Uci e di Rcs.

Pozzovivo Giro tappa 6 Fotogramma

Il protocollo internazionale, in questi casi, afferma che, quando non ci siano sintomi, la positività al coronavirus non è sufficiente per impedire ad un atleta di partecipare ad una corsa. La situazione, però, è cambiata nella notte: quando il ciclista ha manifestato qualche sintomo, convincendolo a tornare a casa per evitare complicazioni. Un altro atleta della squadra transalpina ha rinunciato a partecipare alla decima tappa, l’estone Rein Taaramae. Se molti avevano sospettato che si trattasse di una nuova infezione, il tampone è risultato per fortuna negativo. A fermarlo, a quanto pare, problemi allo stomaco.

Sarà davvero emergenza?

Se è normale che in una corsa massacrante come il Giro siano molti i ciclisti a rinunciare ben prima del traguardo di Roma, il numero di atleti che hanno abbandonato la carovana è certo inusuale a questo punto della gara. Dopo una settimana molto spettacolare, con la classifica generale ancora molto equilibrata e l’arrivo sulle Alpi dietro l’angolo, la delusione dei tifosi è grande. Il Giro, probabilmente, riuscirà ad offrire emozioni anche senza la grande sfida tra Roglic ed Evenepoel ma quanti altri protagonisti dovranno mollare prima che questa edizione diventi meno significativa?

Ganna Giro tappa 3 partenza

C’è chi sospetta che il campione del mondo non sia stato particolarmente triste per il ritiro: dopo la batosta in salita ed una cronometro da ciclista quasi normale, dare la colpa al virus invece di essere battuto sonoramente sulle montagne è sicuramente una scappatoia preferibile. La preoccupazione dei tifosi e degli esperti, però, è che il moltiplicare dei focolai continui a far perdere pezzi al Giro. Se ci evitiamo volentieri le polemiche sulle norme di sicurezza o sui protocolli, il rischio che la corsa rosa ne esca se non dimezzata molto sminuita è davvero concreto. Speriamo che le cose vadano in maniera diversa.

Il Giro e lo stesso ciclismo non se lo possono davvero permettere.

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