I venti della crisi economica mondiale si abbattono sulla Cina e fanno crollare lexport del 25,7% a 64,8 miliardi di dollari a febbraio. Un evento che ha colto di sorpresa gli economisti che - in base al sondaggio di «Bloomberg» - si aspettavano una flessione dell1%. Calano del 24,1% a 60 miliardi di dollari anche le importazioni, dopo che a gennaio erano precipitate del 43%. Ne risente la bilancia commerciale del gigante asiatico, che vede il proprio attivo sprofondare a 4,8 miliardi di dollari dai 39,11 miliardi di gennaio, quando il calo dellexport era stato del 17,5%. Per far fronte alla caduta delle esportazioni, Pechino ha varato un pacchetto di stimolo di 586 miliardi di dollari che prevede tagli fiscali e investimenti in infrastrutture. Secondo lufficio di statistica di Pechino, nel bimestre gennaio-febbraio gli investimenti nelle infrastrutture sono balzati del 26,5% rispetto allo stesso periodo del 2008.
Sempre per sostenere la crescita, il governo ha bloccato lapprezzamento dello yuan sul dollaro americano e punta ora ad azzerare i dazi doganali sulle esportazioni nazionali, perché oltre il 30% dei prodotto cinesi sono venduti sui mercati internazionali, ha detto il ministro del Commercio cinese Chen Deming. Tutte queste misure, secondo il premier Wen Jiabao, dovrebbero permettere alla Cina di segnare una crescita dell8% nel 2009. Gli economisti si aspettano, invece, una crescita non superiore al 5 per cento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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