da Pechino
Una nuova sfida al Vaticano, un nuovo braccio di ferro con la Santa Sede. La Cina ha annunciato ieri che procederà unilateralmente alla nomina di decine di vescovi, senza consultare il Vaticano.
«Mentre i cattolici cinesi vogliono scegliere i vescovi tra i candidati con una una buona conoscenza religiosa, che amano il paese e il popolo, il Vaticano vuole quelli che si oppongono al Partito comunista cinese», ha detto Liu Bainian, leader della Chiesa patriottica cinese, fedele al regime di Pechino, in unintervista a China Daily.
Liu contesta il diritto del Pontefice a nominare i vescovi, sostenendo che «la pratica è cominciata non più di due secoli fa» e ritiene che proprio questo sia il punto che impedisce che vengano stabilite relazioni diplomatiche tra il Vaticano e la Cina e non quello delle relazioni della Santa Sede con Taiwan.
Lo scorso giugno Papa Benedetto XVI aveva proposto una soluzione di compromesso, in una lettera aperta ai cattolici cinesi, sostenendo che quando il Pontefice concede il mandato apostolico per lordinazione di un vescovo, esercita la sua suprema autorità spirituale: autorità e intervento, che rimangono nellambito strettamente religioso. Non si tratta quindi di unautorità politica, che si intromette indebitamente negli affari interni di uno Stato e ne lede la sovranità».
Nella sua «lettera pastorale» il Papa aggiungeva che «la nomina di Pastori per una determinata comunità religiosa è intesa, anche in documenti internazionali, come un elemento costitutivo del pieno esercizio del diritto alla libertà religiosa» e che di conseguenza «la Santa Sede amerebbe essere completamente libera nella nomina dei vescovi».
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