Cinamercato, esposto del sindaco contro il maxi-centro commerciale

Il primo cittadino: «La convenzione non parlava di negozi in due piani». Stop anche alla strada di accesso

Prosegue, senza soluzione di continuità, il braccio di ferro tra il comune di Muggiò e gli orientali che stanno definendo l’acquisto della multisala Magic Movie Park. Gli interventi, decisi dagli uomini con gli occhi a mandorla per trasformare il multiplex in un gigantesco centro commerciale, con duecentocinquanta negozi, 2.500 metri quadrati di media distribuzione e altri settemila da destinare al commercio all’ingrosso, non si fermano. Carlo Fossati, il primo cittadino, di fronte all’ostinazione dei cinesi, guidati dal Song Zhicai, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica. Del resto, a questo punto la partita si gioca sui cavilli burocratici e con montagne di carte bollate. Tra l’amministrazione comunale che ritiene «di non aver alcun bisogno» del «Cinamercato Milano» e la cordata di cinesi, pronti a sborsare oltre quaranta milioni di euro per mettere le mani sul complesso, le divergenze sembrano insanabili al punto che l’affare potrebbe addirittura saltare. In ogni caso, il sindaco ha imposto l’ultimatum: la convenzione secondo il Comune non prevede l’inserimento di negozi né al primo né al piano terra. Ancora, per come sono stati progettati i negozi non hanno i requisiti perché mancano i servizi. I responsabili della «Tornado Gest», attuale proprietaria dell’immobile, confermano d’aver consegnato al Comune il progetto con le modifiche richieste. Patrizio Lepiane, il legale della Tornado, conferma che «è tutto in regola e quindi siamo tranquilli». L’avvocato ha inviato una comunicazione alla Camera di commercio per informarla che il Comune non ha risposto entro trenta giorni alle comunicazioni necessarie per l’apertura dei punti vendita. La Tornado ha presentato ricorso al Tar per il mancato rilascio delle autorizzazioni di commercio al dettaglio e il tribunale ha deciso di respingere la richiesta di annullare la decisione del Comune.
I cinesi pronti a insediarsi al Cinamercato Milano hanno già sborsato 30mila euro per la quota d’ingresso e si accingono a pagare 1.500 euro il mese per un negozio di 60 mq. Nei giorni scorsi anche Laura Barzaghi, sindaco di Nova, ha stabilito di chiudere via Galvani, la strada che porta al multiplex. I proprietari dell’immobile hanno fatto rimuovere le barriere e il Comune chiesto l’intervento dei carabinieri. «La strada - conferma Laura Bargaghi - non è stata collaudata e dunque deve rimanere inaccessibile».

Replica Saverio Lo Mastro, socio della Tornado: «Vogliamo fare le cose secondo le leggi, ma se vogliono la guerra lo dicano». In questo clima la «Tornado Gest» intende edificare un quartiere tutto cinese con 1.200 appartamenti. «Non se ne parla. L’area non è edificabile», la replica dell’assessore di Muggiò Maria Rosa Corigliano.

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