Cincillà in fuga: il caso finisce in tribunale

La proprietaria di Ernesto, un cincillà svelto e vivace, lascia a malincuore la sua creaturina in una pensione per animali e va in vacanza. Durante le prime settimane di agosto fila tutto liscio finché l’altro giorno la signora riceve una telefonata che la atterrisce: «Mi dispiace, Ernesto è fuggito dalla gabbia». È il custode dell’albergo per animali a darle la ferale notizia. Lei va nel panico e ora che Ernesto non si trova ancora trascinerà il proprietario della pensioncina di fronte al tribunale degli animali, con l’accusa di negligenza colposa e omessa custodia di animali.
Il fatto è accaduto in un paese della provincia di Milano tra Magenta ed Abbiategrasso. Il costo pattuito per la pensione del cincillà era di 8 euro al giorno e i proprietari avevano pure fornito la gabbia e il vitto oltre ai pellet per pulire la cassettina dell’animale. «Capisco il dolore della signora – spiega Lorenzo Croce, presidente nazionale dell’associazione Aidaa, a cui si è rivolta la proprietaria del cincillà -.

Non entro nel merito della vicenda, che dovrà ricostruita davanti agli avvocati dell’associazione che stabilirà le eventuali colpe e le eventuali sanzioni, certo è che il cincillà Ernesto non ha resistito alla possibilità di fuggire dalla gabbia, anche trattandosi di un animale abituato in cattività le sue possibilità di sopravvivenza sono davvero molto limitare per non dire nulle».

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