Cultura e Spettacoli

Cinema: la Zellweger conquista critica Usa con un road movie

In «My one and only» l'attrice torna alla commedia nei panni di una madre «ottimista» degli anni '60

Mentre i grandi blockbuster e Tarantino con il suo Ingloriuos Basterds si accaparrano le prime posizioni nella classifica americana dei film più visti, una produzione più piccola, uscita in edizione limitata conquista i favori della critica americana. È «My one and only», dell'inglese Richard Loncraine, commedia che vede protagonista Renee Zellweger e che porta una firma italiana, quella di Marco Pontecorvo, che ne ha curato la fotografia, per la quale è stato premiato al MIFF, Milan International Film Festival. Tradita dal marito Anne Deveraux (Zellweger) raccoglie qualche vestito, suo e dei due figli adolescenti, svuota la cassetta di sicurezza e acquista una lussuosa auto, una Cadillac Eldorado decappottabile. Poi parte, con i ragazzi, di 15 e 18 anni, alla ricerca di un futuro migliore, che comprenda magari un nuovo marito, un uomo facoltoso, con il quale poter mantenere lo stile di vita fin'ora offerto, a caro prezzo, dall'infedele coniuge. Ne segue un road movie dai toni ottimistici vagamente ispirato all'adolescenza dell'attore George Hamilton. Kevin Bacon interpreta Dan Deveraux, il marito, direttore d'orchestra che la tradisce, mentre il giovane Logan Lerman è George, il figlio adolescente che intraprende il viaggio, insieme alla madre e al fratello maggiore. Richard Loncraine, che in passato ha diretto film molto diversi come «Riccardo III» o «Firewall, accesso negato», cambia genere ed esplora con ironia la società americana che si avvia verso gli anni Sessanta, con la voglia di scrollarsi di dosso la Seconda Guerra Mondiale, ma con il terrore del comunismo e di un conflitto nucleare quale conseguenza della Guerra Fredda. In realtà però il film si focalizza soprattutto su visuali più personali: «Non pensarci, è solo quello che hai davanti che conta», dice Anne Deveraux al figlio George, che continua a guardare lo specchietto retrovisore della bella Cadillac, quando la loro fuga verso l'ignoto ha inizio. «Anne è una donna ottimista e coraggiosa che si muove con disinvoltura in un mondo e in un momento in cui era ancora possibile contare sulla gentilezza degli estranei e, anzi, al contrario, erano proprio le persone che conosceva e di cui si fidava, quelle dalle quali Anne doveva guardarsi», racconta l'attrice, che torna sul grande schermo dopo l'escursione nel genere western di «Appaloosa». La figura di Anne Devereaux è ispirata a quella della madre dell'attore George Hamilton. «Anche se si tratta di finzione, vedere una donna così simile a mia madre sul grande schermo mi ha commosso. Ho trattenuto a stento le lacrime». Ha detto l'attore di molti telefilm e soap opera, come «Dinasty» e «Beautiful». La sceneggiatura è stata curata da Charlie Peters che ha avuto l'idea dopo una chiacchierata al ristorante con Hamilton. «Arrivò in Rolls Royce e si mise a raccontare di sua madre e di come insieme arrivarono a Los Angeles. Qui venne scoperto e iniziò la sua carriera a Hollywood.

Decisi di raccontare quell'atmosfera, quegli anni e l'ottimismo di quella donna».

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