Cinema

Sound of Freedom: tra il boom al botteghino e QAnon, cosa c'è dietro il film

Il film con Jim Caviezel esplora il mondo oscuro dello sfruttamento sessuale di minori, raccontando la storia vera di Tim Ballard: in meno di dieci giorni ha già incassato oltre 50 milioni di dollari, ma non mancano le polemiche

(Angel Studios)
(Angel Studios)

Fight for the light. Silence the darkness. Lo scorso 4 luglio è uscito nelle sale americane il film "Sound of Freedom", diretto da Alejandro Monteverde e con protagonisti Jim Caviezel, Bill Camp e Mira Sorvino. Una produzione ambiziosa - 14,5 milioni di dollari - finanziata anche da gruppi religiosi e di conservatori, mentre la distribuzione è gestita da Angel Studios, realtà indipendente con sede a Provo, nell’ultra-religioso Utah, nota per la serie "The Chosen" (sulla vita di Gesù). L'opera esplora il mondo oscuro dello sfruttamento sessuale di minori e racconta la storia vera di Tim Ballard, ex agente federale e fondatore della ong Operation Underground Railroad. Un tema delicato, certo, ma nulla di così sconvolgente. Eppure negli States si parla solo di questo film: perché?

Sound of Freedom 2
(Angel Studios)

"Sound of Freedom" ha incassato oltre 50 milioni di dollari in meno di dieci giorni, entrando di diritto nella classifica dei 25 film con il maggior incasso negli States nel 2023. Un vero e proprio boom, e non è tutto. Sì, perchè la pellicola è stata travolta dalle critiche per i presunti legami con QAnon, la teoria cospirazionista diffusa a partire dall'ottobre del 2017 sul sito web 4chan dall’utente anonimo Q a proposito del presunto deep state globalizzato, organizzato in una rete internazionale formata da star hollywoodiane, miliardari e politici democratici dediti alla pedofilia e al satanismo. In particolare, esisterebbe una pizzeria di Washington utilizzata come copertura dai liberal. Secondo gli accusatori, dunque, "Sound of Freedom" strizzerebbe l'occhio alla teoria del complotto. Ma non è finita qui.

Molti hanno puntato il dito contro il protagonista Jim Caviezel. Famoso per avere interpretato Gesù ne "La passione di Cristo" di Mel Gibson e per essere stato il protagonista della serie "Person of Interest", l'attore è stato accusato di promuovere la teoria QAnon e di aver preso parte a numerosi eventi. In particolare, il 54enne avrebbe acceso i riflettori sulla presunta abitudine dei trafficanti di bambini progressisti di drenare il sangue dei piccoli per estrarne l’adrenocromo, elisir di lunga vita destinato alle élite di Hollywood. Caviezel ha messo a tacere gli addebiti, soffermandosi sulle reali ambizioni di "Sound of Freedom": "Crediamo che questo film abbia il potere di essere un enorme passo avanti verso la fine del traffico di bambini".

Sound of Freedom 3
(Angel Studios)

Al centro delle polemiche anche Tim Ballard, a capo dell'organizzazione non governativa Operation Underground Railroad che si occupa di individuare e smantellare reti di pedofili. Già collaboratore di Trump, l'ex federale è stato criticato per non aver rigettato la teoria di QAnon e anche la sua ong è stata bacchetata per i metodi sensazionalistici. Non sono mancate le indiscrezioni mirate a sminuire il reale valore dell'Operation Underground Railroad, "un lavoro inconsistente" secondo una fonte di Vice. Ricordiamo che l'ufficio del procuratore della contea di Davis dello Utah ha indagato sull'organizzazione di Ballard per più di due anni per presunta frode nelle comunicazioni, manomissione di testimoni e ritorsione, ma ha concluso le indagini senza accuse.

"Un thriller vicino a QAnon" secondo il Guardian, "possibile strumento di reclutamento" per Rolling Stone: diversi media hanno preso una posizione netta nei confronti di "Sound of Freedom". La produzione ha respinto le accuse al mittente e i motivi del successo della pellicola non sono legati esclusivamente alla possibile vicinanza con la teoria del complotto. Il gran battage pubblicitario ha avuto un ruolo, una campagna mediatica condotta soprattutto sui media più vicini ai repubblicani e al mondo cristiano. Ossia a una fascia di pubblico spesso trascurata da Hollywood, ultimamente impegnata a soddisfare i diktat del mondo arcobaleno. E c'è di più: la genialata del team marketing è la possibilità di accedere a sorta di "biglietto sospeso": è infatti possibile comprare un ticket per una proiezione e donarlo a chi non se lo può permettere

"Sound of Freedom" è stato inoltre sostenuto pubblicamente da molte personalità vicine al mondo conservatore. Elon Musk e Mel Gibson si sono schierati al fianco della pellicola, ma la campagna promozionale è passata anche attraverso il podcast di Steve Bannon. Fino ad arrivare a Donald Trump: secondo quanto riportato da Deadline, il tycoon ha deciso di ospitare una proiezione nel suo club di golf di Bedminster la prossima settimana. Saranno presenti Caviezel, Ballard e il produttore Eduardo Verástegui. Anche quest'ultimo ha fatto parte del team dell'ex presidente statunitense.

A proposito di complotto, nelle ultime ore si è parlato di "Sound of Freedom" per la presunta ostilità delle sale targate AMC, ree di sabotare le proiezioni del film. Dopo la denuncia del pugile David Niño Rodriguez, tanti spettatori hanno denunciato l'aria condizionata rotta, il volume incredibilmente basso e altre criticità durante la visione. Secondo gli utenti di destra, si tratterebbe di un tentativo di censurare la politica. "La Cnn chiede di non andare a vedere 'Sound of Freedom'" recita un tweet diventato virale ma senza alcun fondamento. Il CEO di AMC Adam Aron è intervenuto per rispedire le accuse al mittente: "Più di un milione di persone ha visto il film nei nostri cinema". Ma difficilmente le polemiche si fermeranno qui..

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