The King's Man - Le origini. Il (vero) dettaglio sul nonno della Regina Elisabetta che forse non avete notato

Nonostante sia un'opera di completa finzione, The King's Man - Le origini riporta un dettaglio sulla corona inglese che corrisponde a realtà: ecco quale

The King's Man - Le origini. Il (vero) dettaglio sul nonno della Regina Elisabetta che forse non avete notato
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Era il 2014 quando al cinema arrivò Kingsman - Secret Service, pellicola diretta da Matthew Vaughn e liberamente ispirata alla serie di fumetti intitolata The Secret Service e firmata da Mark Millar e Dave Gibbons. Il successo del film fu tale da spingere i produttori a realizzare un sequel dal titolo Kingsman - Il cerchio d'oro e, addirittura, un prequel dal titolo The King's Man, che va in onda questa sera alle 21.25 su Italia 1. Uscito nel 2021, con Vaughn confermato dietro la macchina da presa, The King's Man - Le origini, come si intuisce dal titolo stesso, si pone l'obiettivo di raccontare la nascita dell'intelligence britannica che si ispira tanto al mondo di 007 quanto a quello dei cavalieri della Tavola Rotonda di Re Artù.

The King's Man - Le origini: ecco la trama

Il film si apre alle soglie del ventesimo secolo: l'anno è il 1902 e il duca di Oxford, Orlando (Ralph Fiennes) è in visita in Sudafrica insieme alla sua famiglia. Tuttavia l'avventura si tinge presto di rosso quando l'amata moglie dell'uomo vine uccisa da un attacco perpetrato da dei cecchini boeri ai danni del campo di concentramento che il nobile stava visitando. La tragedia cambia il cuore di Orlando, che si rende conto di come il mondo abbia bisogno di qualcuno che eviti lo scoppio di conflitti mortali. Dopo dodici anni, proprio mentre l'Europa si prepara all'inizio della Prima Guerra Mondiale, Orlando/Artù è alla guida di una piccola rete di spionaggio che include anche Shola/Merlino (Dijimon Hounsou) e Polly/Galahad (Gemma Arterton). Nonostante l'esperienza, però, Orlando non riesce ad evitare che il duca Francesco Ferdinando venga ucciso: mentre l'Europa viene travolta dai venti della guerra, Orlando scopre che la situazione è peggiore di quanto pensasse, perché è in atto un complotto, che porta fino alla Russia e a Rasputin (Rhys Ifans), e che ha come scopo quello di distruggere quante più vite umane possibili.

La vera storia di Giorgio V

Come avveniva anche nei capitoli precedenti di quella che è diventata a tutti gli effetti una trilogia cinematografica, anche nel caso di The King's Man - Le origini la produzione si è impegnata per rispettare e rimandare una certa atmosfera britannica. Questo perché il film di Matthew Vaughn è davvero molto legato alla cultura inglese: per questo i protagonisti dei lungometraggi sono sempre interpretati da attori inglesi ed ecco perché il primo richiamo del film è sempre quello a James Bond, che è il simbolo dello spionaggio inglese per antonomasia. Per aumentare questa vicinanza alla cultura inglese, The King's Man - Le origini ha inserito nella propria storia anche il personaggio di Giorgio V, padre del Giorgio VI interpretato da Colin Firth in Il discorso del re, e nonno della compianta Regina Elisabetta. Nel film di Matthew Vaughn, Giorgio V è interpretato da Tom Hollander e finisce col diventare un agente dell'appena nata Kingsman, con l'identità segreta di Parsifal. Nonostante tutto questo sia frutto dell'immaginazione degli autori che hanno immaginato un re che serviva la patria anche come agente segreto, c'è un dettaglio sulla figura di Giorgio V che corrisponde a realtà. Come si legge sul sito dell'Internet Movie Data Base, infatti, nel film viene mostrato il monarca inglese che decide di cambiare i propri titoli di casato, rinunciando a Saxe-Coburg e Gotha (Sassonia-Coburgo-Gotha), e assumendo solo quello Windsor. Si trattava di una scelta ben ponderata che, come scrive anche la Treccani, fu frutto di una decisione che teneva in conto l'opinione del popolo e dei suoi sudditi. Giorgio V fu un sovrano, infatti, che durante la Prima Guerra Mondiale si prodigò molto per tenere vivo lo spirito dell'Inghilterra e spingere gli inglesi a difendere la propria identità e la propria libertà. Proprio per questo, nel 1917, decise di rinunciare ai titoli di provenienza non inglese (Sassonia, Coburgo e Gotha, appunto), per dimostrare che rispettava il sentimento anti-tedesco che stava spopolando nelle strade del suo regno durante il primo conflitto bellico. Secondo l'English Center Online, la decisione di Giorgio V di modicare il cognome del proprio casato con il "semplice" Windsor non solo ebbe una forte eco nell'Europa bellica di quegli anni, ma rinsaldò il legame tra i cittadini britannici e la monarchia.

Se, dopo la Prima Guerra Mondiale, molte monarchie caddero, quella britannica conobbe una nuova epoca d'oro: questo non solo perché gli inglesi sono storicamente fedeli alla loro corona, ma soprattutto perché Giorgio V aveva dimostrato di essere un leader non solo capace, ma anche sensibile abbastanza da rispettare il volere e il sentimento del proprio popolo.

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