
È stato annunciato che sarà La Grazia di Paolo Sorrentino ad aprire l'82a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, che prenderà il via il prossimo 27 agosto con la cerimonia d'apertura condotta da Emanuela Fanelli. Sebbene la trama del film - che vede come protagonista Toni Servillo - sia ancora avvolta dal mistero, c'è grande attesa per il ritorno di Sorretino al Lido di Venezia, dove aveva già presentato con enorme successo il suo È stata la mano di Dio, pellicola che ripercorreva la sua vita, scandita da una parte dall'amore per il cinema e per il calcio e dall'altra per una tragedia terribile che lo ha costretto a crescere in fretta.
Nato a Napoli il 31 maggio 1970, Paolo Sorrentino cresce nel quartiere del Vomero e gran parte della sua prima adolescenza è dedicata soprattutto all'amore per la squadra partenopea e per Diego Armando Maradona. Sarà proprio il calciatore che, in modo indiretto, finirà col salvargli la vita. Infatti, quando ha diciassette anni, Paolo Sorrentino convince suo padre a dargli il permesso per seguire il Napoli in trasferta e vedere anche fuori dai confini napoletani il talento di colui che poi sarà rinominato Mano de Dios, la mano di Dio. Invece di seguire la famiglia nella casa di campagna di Roccaraso, il giovane Sorrentino prende i biglietti per vedere la partita Empoli-Napoli. Tuttavia, proprio la mattina della partenza, "citofonò il portiere. Pensavo mi avvisasse che era arrivato il mio amico a prendermi. Invece mi avvertì che era successo un incidente."
Come ha raccontato lo stesso regista nel corso di un'intervista con il Corriere della Sera, "papà e mamma erano morti nel sonno. Per colpa di una stufa. Avvelenati dal monossido di carbonio." Ritrovatosi di colpo orfano, Sorrentino visse per un anno con la sorella maggiore e il fratello minore. Rimasto poi da solo nella casa al Vomero, decise di iscriversi alla facoltà di economia, anche per seguire il desiderio del padre, che lavorava in banca. Sebbene il corso di laurea non gli dispiacesse, il cinema aveva già cominciato a bussare alla sua porta. A cinque esami dalla laurea decide allora di mollare tutto e di tentare davvero la strada che lo avrebbe portato, poi, ad essere uno dei registi più importanti del cinema italiano a livello internazionale.
I suoi primi passi nel mondo del cinema sono come assistente di regia per Enzo Decaro e ispettore di produzione per Stefano Incerti. Racconta Napoli nel lungometraggio Napoletani e in Polvere di Napoli di Antonio Capuano. Intanto comincia a farsi le ossa da "mestierante" scrivendo alcuni episodi di La squadra. Bisogna aspettare il 2001, però, per vederlo sedersi dietro la macchina da presa per il suo debutto come regista di un lungometraggio. Il film è L'uomo in più, che sancisce anche l'inizio della lunga e prolifica collaborazione con Toni Servillo. Il lungometraggio viene presentato proprio al Festival di Venezia, dove riceve vari encomi. È l'inizio di una carriera che, da allora, non si è più fermata. Il film successivo, Le conseguenze dell'amore, viene presentato al Festival di Cannes e sempre alla Croisette vennero presentati sia L'amico di famiglia (2006) che Il divo (2008). Quest'ultimo, che vede Toni Servillo vestire i panni di Giulio Andreotti, vinse il premio della giuria nel festival francese, trasformando Sorrentino in un regista internazionale. Il film successivo, presentato a Cannes nel 2011, fu This must be the place, il suo primo film in lingua inglese con protagonista Sean Penn nei panni di un eccentrico e inaspettato cacciatore di nazisti. Il grande successo, però, arriva con quello che è forse il suo film più conosciuto, La grande bellezza, in cui il regista ritrova Toni Servillo, stavolta nei panni di un giornalista di costume che si muove, sempre più amareggiato, in una Roma decadente che sembra voler guardare a La dolce vita di Fellini. Grazie a La grande bellezza Paolo Sorrentino vince l'Oscar come miglior film straniero. Da lì in poi, Sorrentino non si è più fermato.
Ha diretto le due serie The Young Pope e The New Pope, continuando a lavorare per il cinema con il film come Youth - La giovinezza, Loro, il già citato È stata la mano di Dio e il più recente Parthenope in cui il regista ha ritrovato ancora una volta il suo sconfinato amore per Napoli. Capace di ridere anche di se stesso, Sorrentino ha preso parte anche alla seconda stagione della serie Call my agent, in cui interpreta la parodia di se stesso.