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Ocean's 8, la saga di Ocean's Eleven (al femminile) non sta in piedi

Ocean's 8 rappresenta la versione femminile della trilogia guidata da George Clooney e Brad Pitt. Una pellicola realizzata in pieno movimento Me Too

Ocean's 8, la saga di Ocean's Eleven (al femminile) non sta in piedi

Ocean's 8 è la pellicola che va in onda questa sera alle 21.10 su TwentySeven (canale 27). Si tratta di uno spin-off della saga di Ocean's Eleven capitanata da George Clooney, ma virata all'universo femminile.

Ocean's 8, la trama

Uscito nel 2018 per la regia di Gary Ross, Ocean's 8 segue le avventure di Debbie Ocean (Sandra Bullock), la sorella di Danny (il personaggio interpretato da Clooney nella saga principale), che è appena uscita di prigione. Dopo più di cinque anni passati dietro le sbarre, Debbie non ha nessuna intenzione di appendere al chiodo le sue ambizioni da ladra. La reclusione, infatti, le ha concesso il tempo e l'opportunità di organizzare il colpo perfetto. La donna vuole rubare una costosa collana di diamanti che l'attrice Daphne Kluger (Anne Hathaway) indosserà in occasione del MET Gala. Per riuscire nel suo intento Debbie metterà su una squadra di professioniste: l'amica Lou (Cate Blanchett), Amita (Mindy Kaling), Tammy (Sarah Paulson) e Constance (Awkwafina). Al gruppo si aggiungerà sia l'hacker Palla Nove (Rihanna) che la stilista Rose (Helena Bonham Carter), indispensabile per la riuscita del piano. Ma naturalmente le cose non filano lisce come previsto.

C'era davvero bisogno di questo film?

Già nel 2016, in piena epoca Me Too, a Hollywood si era provato a trasformare un'intera saga cult in una nuova narrazione al femminile. Il 2016, infatti, fu l'anno in cui al cinema arrivò Ghostbusters, pellicola che segnava il reboot della saga cinematografica degli anni '80 che vedeva tra i protagonisti Bill Murray e Dan Aykroyd. Nonostante un'accoglienza abbastanza positiva da parte della critica di settore, il film risultò un vero e proprio flop al botteghino, con il pubblico piuttosto annoiato nel seguire le vicende di acchiappafantasmi che avevano il volto di Melissa McCarthy o Kristen Wiig. Soprattutto perché la pellicola non aveva ragione di esistere: non aveva una storia da raccontare, un tono specifico da usare. Sembrava essere arrivata sul grande schermo essenzialmente per sfruttare il risveglio femminista in una Hollywood sempre più piena di problemi e virata al politicamente corretto.

Con questo precedente alle spalle, la scelta di portare in sala Ocean's 8, che seguiva più o meno la stessa strategia di marketing, risultò un azzardo. A differenza di Ghostbusters, tuttavia, Ocean's 8 partiva da uno spunto differente. Non si trattava più di riavvolgere il nastro e far ripartire da capo una saga. Ocean's 8, in effetti, rappresenta un sequel della trilogia principale, perché gli eventi narrati avvengono dopo quello che accade in Ocean's Thirteen. Inoltre, sebbene sia alquanto banale, il film offre una trama godibile, che è facile da seguire e che soprattutto rispetta i canoni della saga a cui si ispira. Inoltre, nel cast del film c'è una galleria ampia di attrici di grande talento, molte delle quali vincitrici di almeno un premio Oscar. Sulla carta, dunque, tutto lasciava presagire un prodotto pronto a navigare verso il successo. Nonostante ci siano stati buoni incassi al box office, il film ha ricevuto un'accoglienza abbastanza tiepida dalla critica. Stando a quanto si legge sul The Guardian, l'attrice Mindy Kaling commentò le recensioni definendole "ingiuste" e asserendo che esse erano dovute alla maggioranza di uomini bianchi tra le fila dei critici. Nell'intervista riportata, l'attrice dice: "Se dovessi basare la mia carriera su quello che gli uomini bianchi vorrebbero che fosse, non avrei successo." Per quanto sia vero che nella critica statunitense (e non solo) ci sia ancora una predominanza del cosiddetto male gaze, lo sguardo maschile, è altresì corretto assumere che dare parte della colpa delle recensioni negative solo ai critici significa guardare al dito e non alla Luna.

Ocean's 8 è un film godibile per un paio d'ore, che però non aggiunge nulla alla narrazione cinematografica: è un prodotto che segue pedissequamente quello che è già stato fatto in precedenza. Se lo scopo fosse stato davvero quello di pensare a una pellicola che piacesse al pubblico femminile che non si riconosce in film d'azione fatti da uomini per uomini, forse la scelta migliore sarebbe stata scegliere una storia originale, una storia nata direttamente per il film e non la protesi di una trilogia che trasuda testosterone.

Da questo punto di vista Ocean's 8 non è un film con una sua necessità di esistere, se non quella di dare spettacolo e mostrare, come si legge anche su Coming Soon, come realizzare un colpo perfetto, anche a discapito della costruzione dei personaggi messi in scena.

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