È subito politica. Imbarazzo all’apertura

Binoche e gli altri giurati dichiarano su tutto...

È subito politica. Imbarazzo all’apertura
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da Cannes

Un avvio a sorpresa su temi che poco hanno a che spartire con il cinema. Sfila la giuria e fioccano domande su Trump, Depardieu, Gaza e 007. Severa Juliette Binoche sul presidente americano, «un uomo che abbiamo imparato a conoscere. Sappiamo che protegge la sua nazione e il suo c..o». Sincera al limite del vero anche sul «mostro sacro» del cinema francese, condannato per avance sessuali: «La sacralità c’entra poco, è un cittadino, come lo siamo tutti e la giustizia fa il suo corso». Su Gaza e la guerra preferisce glissare perché non sono argomenti pertinenti con il suo ruolo. È più diretta invece Halle Berry, giurata con un passato al fianco di James Bond (Pierce Brosnan) in La morte può attendere del 2002. «Un ritorno alla saga di 007? Il tempo è passato». Ed è scaduto anche per questo incontro forse un po’ sfuggito di mano all’organizzazione che lo interrompe prima del previsto. Alba Rohrwacher, insieme ai suoi colleghi in commissione - il regista Hong Sangsoo, la scrittrice Leila Slimani, Alba Rohrwacher, l’attore Jeremy Strong e i registi Carlos Reygadas, Dieudo Hamadi e Payal Kapadia - restano senza parole e si avviano a prepararsi per la passerella serale.

Al Grand Theatre Lumière lo spettacolo inizia in prima serata alla presenza della presidente Iris Knobloch e del direttore artistico Thierry Fremaux. L’ospite d’onore è Robert De Niro protagonista della storia del cinema americano recente che riceve la Palma d’oro alla carriera, toccata un anno fa all’amica Meryl Streep, con cui condivise uno dei capolavori assoluti del grande schermo come Il cacciatore di Michael Cimino. De Niro è un frequentatore di Cannes e recentemente era stato sulla Croisette per presentare fuori concorso Killers of the flower moon di Martin Scorsese, regista al quale lo lega un pezzo importante della sua filmografia.

Tutto è finalmente pronto insomma per dare ufficialmente avvio alla prestigiosa rassegna cinematografica che avrà un inizio scoppiettante con l’incontro dello stesso De Niro, faccia a faccia con il pubblico e la prima mondiale dell’ultimo capitolo dell’attesissimo Mission: Impossible - The final reckoning.

Ieri sera la cerimonia di inaugurazione si è conclusa con la prima proiezione, fuori competizione, del musical francese Partir un jour di Amélie Bonnin. Storia di una donna obbligata a lasciare Parigi per tornare al suo paese d’origine e stare vicina al padre colpito da infarto. L’occasione la porta a ritrovare il suo primo amore di gioventù e a rievocare i momenti spensierati di una fanciullezza mai dimenticata.

Il film solletica la nostalgia ma guarda al passato con un certo disincanto. Nostalgia e disincanto sono comuni a un’altra opera di un’altra epoca, La febbre dell’oro di Charlie Chaplin, presentato ieri pomeriggio in occasione dei cent’anni del film e del suo restauro.

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