Cinema

Terminator, il film che ha salvato James Cameron dalla povertà

Terminator è il film cult che ha lanciato del tutto la carriera di Arnold Schwarzenegger, ma, soprattutto, ha salvato quella del regista James Cameron

Terminator, il film che ha salvato James Cameron dalla povertà

Terminator è il primo capitolo di una saga cinematografica che non ha solo confermato il successo di Arnold Schwarzenegger come attore di punta di Hollywood, ma ha anche aperto le porte del successo a un regista, James Cameron, che rischiava di finire in povertà. La pellicola, uscita nell'ormai lontano 1984, va in onda questa sera alle 21.10 su Rai Movie.

Terminator, la trama

Sarah Connor (Linda Hamilton) è una donna che a un primo sguardo sembra solo una delle tante donne che vivono a Los Angeles. In realtà, però, la donna diventa il bersaglio di una ricerca da parte di due individui che hanno viaggiato indietro nel tempo, proprio per incontrarla. Il primo è un Terminator (Arnold Schwarzenegger), un androide dall'aspetto umano che ha il compito di uccidere Sarah perché sarà dai suoi lombi che nascerà il discedente che, nel futuro, porterà alla distruzione delle macchine come lui. Terminator, dunque, deve uccidere la donna prima che abbia la possibilità di mettere al mondo il distruttore. L'altro viaggiatore del tempo è un soldato di nome Kyle (Michael Biehn), che ha invece l'obiettivo di proteggere e salvare Sarah, di modo che possa compiere il suo destino. Tra i tre personaggi, dunque, inizia una vera e propria caccia che non prevede né esclusioni di colpi né scrupoli: molti innocenti perdono la vita affinché Terminator possa portare a compimento la sua missione, ma il robot non ha fatto i conti con la resilienza del suo obiettivo. Sarah Connor, infatti, non è una donna che si arrende facilmente.

Il film che ha salvato James Cameron

Oggi il nome di James Cameron è un nome imprescindibile della storia del cinema, legato com'è ad alcune operazioni cinematografiche che hanno in qualche modo rivoluzionato il modo di intendere la settima arte o, comunque, che sono state in grado di diventare dei veri e propri cult. È il caso, ad esempio, di Titanic, pellicola ormai quasi leggendaria che è persino tornata al cinema a dimostrazione che la vera arte non muore mai. Ancora, con Avatar James Cameron ha esplorato l'offerta della tecnologia tridimensionale nativa e non aggiunta in un secondo momento, come avveniva in genere quando il film ambientato sul pianeta Pandora è arrivato in sala per la prima volta. E, naturalmente, Cameron è anche il regista di alcuni gioielli diventati cult come, appunto, Terminator, ma anche True Lies, tanto per fare dei titoli. Tuttavia, nonostante questa fama e questo talento ormai confermati, quando James Cameron ha cominciato a lavorare a Terminator la sua condizione economica e il suo status come metteur en scene non erano al massimo. Al contrario, Terminator è arrivato quando James Cameron rischiava l'indigenza. Il suo debutto dietro la macchina da presa era avvenuto nel 1978 con il cortometraggio dal titolo Xenogenesis, che lo aveva portato poi, nel 1981, ad essere assunto come regista per la pellicola Piraña paura. La trama del film ruotava intorno a un gruppo di persone che si inabissava nel mare al largo di un'isola dei Caraibi per indagare su una mutazione genetica che aveva trasformato dei piraña in veri e propri assassini. Come si legge sul sito dell'Internet Movie Data Base, James Cameron era stato assunto dopo che il produttore Ovidio G. Assonitis aveva avuto modo di vedere la bravura di Cameron come addetto agli effetti speciali nella pellicola Il pianeta degli abissi, uscito nel 1981. In realtà, però, Assonitis sperava di aver assunto un principiante che lui avrebbe potuto "manipolare" per poter subentrare al suo posto come regista e prendersi il merito dell'intera produzione. Le cose, però, non andarono così: James Cameron si mise alacremente al lavoro: riscrisse parte della sceneggiatura, disegnò lo storyboard e si occupò di ogni aspetto, curando anche alcune scelte registiche. Sentendosi probabilmente minacciato da questo giovane talento, Assonitis cominciò a fargli una vera e propria ostruzione, arrivando poi a licenziarlo. A quel punto, senza più un lavoro e senza alcun progetto da seguire, James Cameron seguì la folle decisione di spendere tutto il suo denaro per un biglietto aereo per Roma - dove si svolgevano le riprese del film - nella speranza di ottenere un ingaggio almeno come addetto al montaggio. Le cose, per il futuro regista, non andavano affatto per il verso giusto: costretto a vivere alla giornata, senza denaro per comprarsi nemmeno un po' di cibo, James Cameron finì per ammalarsi. A un passo dalla bancarotta, l'uomo cadde in un sonno agitato causato dalla febbre alta. In un'intervista con GQ, Cameron ha ricordato di aver sognato uno scheletro cromato circondato da fiamme, che poi sarebbe diventato lo scheletro di Terminator. Il regista, ricordandosi il momento in cui si è svegliato da quel sogno, ha detto: "Ho sempre creduto che quel sogno non fosse legato solo a un'immagine. Era come se ci fosse una narrazione che si sviluppava con essa, come quando sei in un sogno e tu sai quello che quella specifica immagine significa." Il regista cominciò così a lavorare a quel film, pensando a una storia ambientata nel futuro. Tuttavia, quando si rese conto di non avere affatto un budget per realizzare una pellicola ambientata in un tempo futuro, ha ribaltato la prospettiva, portando il futuro nel suo presente.

Così facendo ha creato un film intramontabile che, di fatto, ha salvato la sua carriera.

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