Thor Ragnarok, Taika Waititi e la scoperta del lato comico di Thor

Thor: Ragnarok rappresenta un punto di svolta e, insieme, una rivoluzione nel mondo del Marvel Cinematic Universe: con la presenza di Taika Waititi dietro la macchina da presa, Thor smette di essere una divinità affascinante e diventa un esuberante comico

Thor Ragnarok, Taika Waititi e la scoperta del lato comico di Thor

Thor: Ragnarok è il terzo film del filone Marvel dedicato al dio norreno interpretato da Chris Hemsworth. La pellicola, che va in onda questa sera alle 21.13 su Canale 5, è il diciassettesimo film del Marvel Cinematic Universe e il quinto della Fase 3, l'arco narrativo che si conclude con la morte di Iron Man e con il film Spider-Man: Far From Home. Arrivato in sala nel 2017, il lungometraggio vede un avvicendarsi dietro la macchina da presa: dopo i primi due film diretti dall'elegante e shakespeariano Kenneth Branagh e da Alan Taylor alla regia arriva il folle e visionario Taika Waititi, che da tutto un altro sapore alla saga di Thor.

Thor: Ragnarok, la trama

Thor (Chris Hemsworth) non si è mai tirato indietro quando la Terra e gli Avengers hanno avuto bisogno di lui, al punto da voltare le spalle ai suoi natali, creando una crepa anche nel rapporto con il fratello Loki (Tom Hiddleston). Sicuro di sé e pieno di arrogante compiacenza per essere l'unico in grado di sollevare il leggendario martello Mjöllnir, Thor non riesce a credere ai suoi occhi quando un nemico lo distrugge sotto i suoi occhi. Hela (una straordinaria Cate Blanchett) è riuscita a ottenere la libertà dopo millenni dietro le sbarre e ora non chiede altro che vendicarsi di Odino (Anthony Hopkins), facendo scoppiare il Ragnarok, la guerra tra le armate delle tenebre e quelle della luce. Nel frattempo Thor è imprigionato dalla parte opposta dell'universo, in balia del Gran Maestro (Jeff Goldblum), un burattinaio che passa il tempo facendo combattere forme di vita inferiore per il proprio divertimento. Nell'arena intergalattica, però, Thor ritrova un vecchio amico, Hulk/Bruce Banner (Mark Ruffalo), che diventerà la chiave di volta per provare a salvare il proprio popolo.

La comicità inaspettata di Thor

Senza dubbio, nel mondo del Marvel Cinematic Universe, poche cose hanno colto di sorpresa i fan quanto l'annuncio che il terzo capitolo della saga cinematografica dedicata al dio norreno sarebbe stato diretto dal regista neozelandese Taika Waititi. Esponente di un certo tipo di cinema indie, autore di uno dei film più comici e brillanti legati al mondo dei vampiri, Taika Waititi sembrava quanto più lontano possibile dall'universo Marvel e, soprattutto, era distante anni luce dal tono che i precedenti film di Thor avevano avuto quando erano arrivati in sala, al punto da sembrare delle riletture di opere di Shakespeare, come l'Amleto in Thor: The Dark World. La sorpresa degli spettatori raggiunse poi effettivamente l'apice quando il film fece il suo debutto al cinema, dimostrando un Thor molto diverso rispetto a quello a cui tutti erano abituati. Era un Thor molto più comico e sfrenato, all'interno di un universo che presentava scene e battute pensate e dirette solo per far ridere e per vestire l'intera operazione dei toni scanzonati della commedia.

Scelte narrative che hanno poi raggiunto il culmine in Thor: Love and Thunder, dove il non-sense sembra farla da padrone, tra capre urlanti, martelli gelosi e battute a tutto spiano. Se questa comicità ha fatto storcere il naso ai fan più accaniti del personaggio Marvel, la scelta di Taika Waititi di puntare tutto sulla comicità ha coinvolto invece tutti coloro che non erano rimasti soddisfatti dai primi due capitoli, ritenendoli o troppo noiosi o che si prendevano troppo sul serio, minando il "tone of voice" che la saga Marvel ha sempre inseguito e che si basa proprio sul sarcasmo e l'ironia.

Riguardo al modo in cui Taika Waititi ha trattato il personaggio di Thor, conferendogli un'allure molto più comica che in passato, il regista ne ha parlato in un'intervista con Vulture, in cui ha detto: "Di base, abbiamo distrutto tutto quello che era stato fatto prima. Ecco cos'è il Ragnarok: la distruzione del mondo e la sua rinascita. Questo film è una rinascita per tutti i personaggi. È come se fosse un reboot, senza però che avessimo la necessità di scegliere nuovi attori.

La scena della recita, quella in cui Thor torna ad Asgard per vedere degli attori che recitano la scena di Thor: Dark World in cui Loki presumibilmente muore doveva essere il nostro messaggio al pubblico. Era come dirgli: 'Qualunque cosa a cui tu ti sia affezionato, qualunque cosa di cui ti sia innamorato nei film precedenti, permetteci rispettosamente di mancare di rispetto a tutta quella roba.'"

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