Cinema

"Ho il diritto di morire in pace". Le vicende giudiziarie e i tormenti di Gina

Da diversi anni la diva del cinema era in lotta con il figlio Milko Skofic, che aveva accusato il suo factotum Andrea Piazzolla di averle sottratto beni dal valore totale di almeno 300mila euro

"Ho il diritto di morire in pace". Le vicende giudiziarie e i tormenti di Gina

Negli ultimi anni la serenità di Gina Lollobrigida, scomparsa oggi 16 gennaio all'età di 95 anni, era stata compromessa da una lunga vicenda giudiziaria, tanto da spingerla a dire di avere più preoccupazioni che momenti di gioia. Una lotta che la toccava da vicino e che l'ha costretta a scontrarsi con la sua stessa famiglia, soprattutto con il figlio Milko Skofic. L'uomo, infatti, tempo fa aveva denunciato Andrea Piazzolla, il "factotum" 34enne che amministrava i beni della diva e che viveva con la compagna e la figlia nella sua casa sull'Appia Antica, accusandolo di aver lentamente spoliato il patrimonio della madre. Un'accusa che non è passata inosservata e che ha portato all'apertura di un'inchiesta e all'imputazione di Piazzolla, tutt'ora a processo per circonvenzione d'incapace.

Secondo la Procura, tra il 2013 e il 2018, l'uomo avrebbe sottratto all'attrice oltre 3 milioni di euro in contanti e una lunga serie di beni tra quadri, cimeli e immobili, per un valore totale di circa 300mila euro. Avrebbe poi cercato di vendere all'asta almeno 350 di questi beni con l'aiuto del complice e ristoratore Antonio Salvi, che avrebbe fatto da intermediario con una casa d'aste. E la Lollo, secondo l'accusa, sarebbe stata indotta a "credere che la traslazione dei beni in posto diverso dalla abitazione fosse solo finalizzata al deposito temporaneo degli stessi e a preservarli da eventuali aggressioni da parte dell’autorità giudiziaria". Un'altra inchiesta, più recente, accusa Piazzolla di averle sottratto persino la sua amata Jaguar. Per questo, dal gennaio 2019 il Tribunale di Roma aveva assegnato alla diva un giudice tutelare che gestiva le sue finanze, decisione che Lollobrigida non ha mai mandato giù.

L'attrice, infatti, ha sempre difeso il 34enne dalle accuse del figlio che, testimoniando nel processo, aveva sostenuto di aver visto "un forte cambiamento nel comportamento" della madre, perché "una persona si è approfittata della sua debolezza". "Ho deciso di denunciare perché mia madre, dopo la conoscenza di Piazzolla, è cambiata, è diventata fuori controllo. Mia madre era molto attenta a come spendeva i soldi, una persona semplice, non faceva feste”, aveva detto al giudice.

Tutt'altra la versione di Lollobrigida che, ospite nel novembre del 2021 di Domenica In, aveva confidato a Mara Venier di sentirsi umiliata da tutta la vicenda. "Per me (Andrea, ndr) è come un figlio, mi ha aiutato ad andare avanti. Sua figlia Gina si chiama come me, è una tigre", aveva detto. "Non ha mai sbagliato. È una persona brava e sta avendo dei guai terribili. La vita è mia e io decido cosa farne. Fare dei regali ad Andrea e la sua famiglia è una cosa che riguarda me, e nessun altro", aveva aggiunto l'attrice, ribadendo quanto aveva già detto in tribunale. Poi era scoppiata a piangere in diretta: "Alla mia età dovrei avere un po’ di pace, ma non ce l’ho ancora” aveva detto la Lollo, sorretta dalla conduttrice. "Dovrebbero lasciarmi morire in pace.

Non ho fatto niente di male, capito?“.

Commenti