
Ogni anno l'Italia cinematografica è in ansia se ha o no un film in concorso al Festival di Cannes come se da questo dipendesse lo stato della nostra industria. Anche se un po' è vero perché partecipare al festival più importante nel mondo dà un po' un senso agli investimenti che lo Stato italiano riversa sul suo cinema come le polemiche di questi giorni stanno evidenziando.
Sembrerebbe però che ci sia il trucchetto per poter ambire con maggiori possibilità alla competizione e all'agognata Palma d'Oro vinta dall'Italia l'ultima volta nel lontano 2001 grazie a La stanza del figlio di Nanni Moretti. Un titolo che ha una particolarità che vedremo essere ricorrente: la coproduzione francese, in quel caso Bac Films. Sì perché, come ha notato il collega Michele Anselmi sul suo profilo Facebook dopo una conversazione con lo storico del cinema Giovanni Spagnoletti, si viene a scoprire che tutti i film italiani in concorso a Cannes da una decina di anni hanno un coproduttore francese. A dire il vero la Francia investe così tanto nel cinema europeo per cui solo sette, dei ventidue titoli in concorso nell' edizione che si chiude domani, non battono in qualche modo la sua bandiera.
Così ecco quest'anno Fuori di Mario Martone che, oltre all'italianissima Indigo Film con Rai Cinema e a The Apartment della multinazionale Fremantle, vede i francesi Srab Films e Le Pacte Production. Esattamente come lo scorso anno con Parthenope di Paolo Sorrentino coprodotto con Pathé e con Saint Laurent by Anthony Vaccarello e, idem con patate, nel 2023 con la gloriosa tripletta in concorso formata da Il sol dell'avvenire di Nanni Moretti (Le Pacte), La chimera di Alice Rohrwacher (Ad Vitam Production e Arte France Cinéma) e Rapito di Marco Bellocchio (sempre Ad Vitam Production). Riecco Martone nel 2022 con Nostalgia (Rosebud Entertainment Pictures), e Moretti nel 2021 con Tre piani (sempre Le Pacte) e risalutiamo Marco Bellocchio nel 2019 con Il traditore (Ad Vitam Production).
Il catalogo potrebbe proseguire e prosegue ma già starete capendo che, oltre alla coproduzione francese, per stare in concorso a Cannes bisogna chiamarsi Bellocchio, Martone, Moretti, Rohrwacher e Sorrentino. Oppure Matteo Garrone che, a parte lo sgarbo di due anni fa per Io Capitano, non considerato dal delegato generale Thierry Fremaux e poi approdato con grande successo al festival direttamente concorrente, la Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia, finendo pure in cinquina agli Oscar, è sempre stato in concorso.
Con Il racconto dei racconti (Le Pact) nel 2015 quando c'erano altri due film italiani di registi che forse avrete sentito nominare, Moretti con Mia madre (Le Pact) e Sorrentino con Youth - La giovinezza (Pathé e France 2 Cinéma) e nel 2018 con Dogman (Le Pact) accanto a Lazzaro felice di Alice Rohrwacher (Ad Vitam Production) che è l'eccezione che conferma la regola visto che era stata in concorso già nel 2014 con Le meraviglie ma senza una coproduzione francese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.