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Cinque giornate, in città tornano le barricate

Il sindaco deporrà una corona d’alloro. In Duomo nove schermi diffonderanno editti e filmati

Daniele Carozzi

Non mancherà la cerimonia tradizionale, ma anche il simbolismo e le rappresentazioni teatrali arditamente lanciate in un clima sociale postmoderno rievocheranno quest'anno quelle Cinque giornate che nel 1848 liberarono Milano dalle truppe austriache. Oggi alle 10, al monumento delle Cinque giornate, il sindaco Albertini deporrà una corona d'alloro in memoria dei caduti della insurrezione popolare del 1848 e consegnerà agli allievi della scuola militare il tricolore che in quei giorni sventolò sulle barricate. Il vessillo sarà reso al Comune, e quindi al museo del Risorgimento, il 24 marzo in occasione del giuramento che gli allievi terranno alla Scuola Teulié di corso Italia.
Da oggi al 22, a cura del teatro Carcano, verrà posizionata in piazza Duomo una sorta di «lanterna magica» costituita da nove grandi schermi al plasma. Attraverso questa, la cittadinanza potrà rivivere quelle giornate vedendo quadri, stampe, editti dell'epoca e recenti filmati. Poi, con il sopraggiungere del buio, le immagini saranno diffuse dal megaschermo. Più che altro simboliche, davanti alla Cattedrale e in piazza Mercanti faranno la loro apparizione anche le famose barricate. Se a quel tempo i milanesi ne improvvisarono oltre duemila, le quattro di questi giorni sono state realizzate con materiale scenografico e di arredo ceduto dal Teatro alla Scala. Esattamente come allora. Non mancheranno infine alcuni piccoli palloni aerostatici che oggi e domani verranno liberati da Piazza Mercanti portando sogni, richieste, idee. Il gesto vuole ricordare l'abate Antonio Stoppani che, grazie alla sua iniziativa di affidare i messaggi ai palloni, avvertì il contado milanese della rivolta ormai in atto. Ed ecco infine la fantasia teatrale. «Outis», il Centro nazionale di drammaturgia contemporanea, celebrerà le Cinque giornate con lo spettacolo «Trame per 5 Giornate», al Piccolo Teatro (via Rovello 2) il 22 marzo alle ore 20. Si tratta di quattro atti unici degli autori Paolo Bignamini, Bepi Vigna, Cosimo Lupo e Daniela Morelli, inseriti nella narrazione storica che terrà Lorenzo Anelli. Nel primo atto prevalgono i buoni sentimenti, con la storia di una giovinetta che ha il fidanzato militare e getta messaggi d'amore dalla finestra sperando che qualche commilitone glieli recapiti. Il secondo atto vede come protagonista un improbabile dj di «radio libera» durante le barricate. Il dj, forse un antesignano della concertazione, media le trattative tra Radetzky e Cattaneo, cercando di non scontentare gli sponsor. Segue poi la «performance» di due personaggi caratterialmente diversi, Clara e Carlo e, per finire, due donne con una vicenda che sa di rivendicazioni femminili «ante litteram».

Ma forse, l'amicizia fra la ricca e colta neoseparata e la contadina nubile con un figlio in grembo, vogliono soltanto significare che le Cinque giornate furono il momento in cui le diverse classi sociali riuscirono a unirsi per combattere insieme il comune nemico.

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