Cinque saggi al lavoro per il nuovo Pdl

Oggi la riunione per definire statuto e cariche nel partito. Berlusconi lascia la Sardegna per vedere il Milan

da Roma

Riunione a porte chiuse. Sì, ma dove si svolge? Boh, Milano è in pole position, qualcuno punta su Roma. E Berlusconi? «Sarà presente, in spirito o in carne ancora non si sa». La nascita del Pdl si avvicina, il tempo stringe. A gennaio deve stare in piedi da solo, la road map condivisa tra gli alleati va rispettata.
E così, privacy sì o no, in queste ore siedono attorno a un tavolo i componenti della ristretta commissione messa su per definire lo statuto del nuovo partito. Cinque, forse sei, nel caso in cui decida di prendere posto anche il premier, ipotesi che appare però poco probabile. Ma intanto, bocche cucite. E gli interrogativi su location e partecipanti rimangono fino a tarda serata.
Un mistero? No, più che altro una «riunione riservata», spiegava sabato il reggente di Alleanza nazionale, Ignazio La Russa, tra i sicuri presenti, insieme al coordinatore di Forza Italia, Denis Verdini, al ministro per l’Attuazione del programma e nella fattispecie leader della Dca, Gianfranco Rotondi (in rappresentanza dei partiti minori), al deputato azzurro Niccolò Ghedini (avvocato del presidente del Consiglio) e al senatore Antonino Caruso (esponente di An, che si occupò già dell’atto costitutivo del nuovo partito). Insomma, una faccia a faccia «blindato», con l’intento dichiarato di evitare fughe di notizie o dichiarazioni non condivise. Per dirla con le parole di La Russa, «vogliamo imitare José Mourinho, l’allenatore dell’Inter, e i suoi allenamenti a porte chiuse».
Ancora una volta, un riferimento al mondo del pallone. E pure il dubbio sulla presenza di Berlusconi è legato in un certo senso al calcio (ieri sera il Cavaliere era a Milano per assistere alla sfida tra il suo Milan e la Juventus, per il tradizionale trofeo che porta il nome del padre Luigi).
Ma tornando al vertice del Pdl, il ministro della Difesa spiega che «sarà l’occasione per iniziare a mettere insieme il lavoro fatto fino a ora singolarmente». L’incontro, quindi, «servirà a preparare quello che in Parlamento si chiama testo base, che ancora non c’è». Un’occasione anche per smentire chi cerca «a tutti i costi motivi di divisione tra An e Fi». Anche perché, aggiunge, «quelli della leadership, del segretario, della forma-partito, delle quote sono non-temi».
Sarà. Ma intanto, Berlusconi stoppa temporaneamente le sue vacanze in Sardegna. E dopo una settimana di riposo in Costa Smeralda, in famiglia, vola a Milano per assistere, al Meazza, al big match estivo con i bianconeri allenati da Claudio Ranieri. Calcio, dunque. L’argomento che, a detta di molti, ha fatto capolino a Ferragosto, in un pranzo a Villa Certosa, con l’immancabile repertorio partenopeo di Mariano Apicella in sottofondo, quando il premier ha ospitato il patron del Chelsea, Roman Abramovich.
Un faccia a faccia in cui, con molta probabilità, si sarà discusso anche di politica estera, alla luce della crisi caucasica, ma che ha stuzzicato gli appetiti estivi dei tifosi.

E non è un caso che in serata, allo stadio, i cronisti chiedono al Cavaliere se davvero il magnate russo gli abbia offerto un assegno in bianco per strappare Kakà al Milan. Allo stesso tempo, non sorprende se Berlusconi smentisce a modo suo: «No, no... Ma chi è Abramovich?».

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