Cinquemila studenti fischiano Fioroni: «Ci sentiamo traditi»

(...) «Fioroni figlio di...», «Fioroni vaffa...»: questi i cori da stadio che sono riecheggiati nella piazza, fra scoppi di petardi e insulti. Fra le accuse rivolte al ministro, quella di aver disatteso il patto siglato a novembre dell’anno scorso con gli studenti, che avevano chiesto l’abrogazione della riforma della scuola varata dall’ex ministro Moratti e della legge 264 che ha introdotto i corsi universitari a numero chiuso, più fondi per la scuola pubblica e l’università e, soprattutto, più concertazione nelle decisioni con i rappresentanti delle associazioni studentesche. Con l’entrata in vigore di quest’ultima riforma però, gli studenti si sono sentiti traditi: «Fioroni ha deluso completamente le nostre aspettative» racconta Camilla, 17 anni, studentessa al Tito Livio di Milano. D’accordo anche Andrea: «Io ho idee di sinistra, ma non mi sento rappresentato da questo governo». Rispetto alle manifestazioni studentesche del passato, insomma, a Milano ieri si respirava un clima di antipolitica: nessuna bandiera di partito, nessun Che Guevara, nessuna falce e martello. Quella che si è mossa per le vie del centro era una massa incolore, interrotta qua e là da qualche bandiera dell’Unione studentesca, e di qualche squadra di calcio. Unico obiettivo comune: manifestare contro Fioroni e la sua riforma, che ha reintrodotto fra le altre cose gli odiati esami di riparazione a settembre. «Il nostro è un sindacato apolitico - spiega Ivan Bognardi dell’Uds -. La destra e la sinistra per noi sono uguali: solo tante promesse. Questo governo ci ha tradito». Delle migliaia di studenti scesi in piazza, solo una parte si riconosceva però nell’Uds: molti anche gli autonomi e i ragazzi dei centri sociali. Proprio questi hanno preso in mano la guida del corteo, che si era arenato in piazza del Duomo - confondendosi con la massa di fan appostati per vedere il gruppo pop inglese Backstreet Boys ospite di Mtv - conducendolo davanti a Palazzo Marino. Qui sono partiti cori di insulti verso il sindaco Moratti e lanci di uova e altri oggetti contro la facciata del municipio, chiuso e presidiato da agenti di polizia.

«Abbiamo preso in mano la situazione perché noi siamo apolitici e rappresentiamo davvero tutti gli studenti - afferma Giulia, del Coordinamento collettivi studenteschi, vicino al centro sociale Cantiere di Milano -. Il Governo non sta facendo nulla per cambiare le cose».

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