Tra cioccolato e cialtroni un inutile scontro di razze

Ecco come una commedia scorrevole, superficiale, talvolta accattivante, cade nella trappola del progressismo autolesionista. Se a ciò aggiungiamo che il cinema contemporaneo, travolto da una colata di cioccolato, panacea di tutti i mali, abusa di un generalismo sterile che impone un trattamento snobistico per ogni argomento. Quanto al cioccolato i frutti migliori sono acqua passata e noi arriviamo ultimi a conquistare il nostro angolo di paradiso. Nel film alcuni concorrenti si cimentano in un concorso indetto da una celebre industria dolciaria italiana: confezionare il cioccolatino dal gusto perfetto. Mattia (Luca Argentero), geometra simpatico ma italianamente cialtrone, è costretto, ma la parola più adatta è ricatto, da un suo dipendente egiziano, Kamal (Hassani Shapi), caduto da un’impalcatura, a partecipare al concorso in vece sua, fingendosi egiziano. Sull’equivoco si regge gran parte del film. Su questo canovaccio il film procede spedito, con interpreti adeguati, specie il sorprendente Argentero. Mentre la severa Violante Placido disegna una figuretta di un perbenismo convenzionale, disgustoso e ipocrita. Ma se i modi sono quelli della commedia alla francese, l’anima è progressista.populista.

Potrebbe essere solo un dato di fatto, ma c’è il desiderio perverso di mettere alla berlina l’ italiano medio, cialtrone, appunto, superficiale e maschilista, secondo l’eredità di Alberto Sordi, al cospetto di un extracomunitario, che per tutto il racconto gli impartisce lezioni di vita, d’ironia e buonsenso: francamente ciò è un po’ pesante. E parafrasando Moretti: «andiamo avanti così, facciamoci del male».

LEZIONI DI CIOCCOLATO (Italia – 2007) regia di Claudio Capellini, con Luca Argentero, Violante Placido 100 minuti

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