«Grazie Roma», dice Venditti nella più famosa delle sue canzoni. Ma stesera da lui ci si aspetterà anche un «grazie Milano». Il DatchForum, infatti, lo attende strapieno per un concerto che si preannuncia trionfale. E lo show non sarà in una Roma che lui ha celebrato più volte (vedi i successi del passato, Roma capoccia, Roma Roma e Grazie Roma, appunto), bensì in una Milano che agli esordi il più romano dei cantautori definiva «lontana» (nella canzone Lontana è Milano, scritta a metà anni 60 quando aveva appena 14 anni). Una Milano che ha dimostrato di amarlo, nonostante le sue origini e la nota passione per la sua squadra del cuore: la Roma.
E proprio come sta succedendo alla sua Roma, oggi unica squadra in Europa a lottare per tutte le competizioni, per Antonello (allanagrafe Antonio) è tornato il momento di fare le cose sul serio. Dopo qualche live qua e là (vedi Rimini in occasione del Capodanno 2008), dopo qualche apparizione meramente commerciale (il cofanetto del 2006 contenente tre cd con tutti gli storici successi), ecco che mentre viene lanciato nei cinema Questa notte è ancora nostra (film il cui titolo è tratto da un verso di Notte prima degli esami, celebre hit di Venditti del 1984) è arrivato il nuovo album di inediti che cade a fagiolo per soddisfare quegli accanitissimi fan che dopo quattro anni senza unuscita discografica di qualità cominciavano a lamentarsi.
Era infatti del 2003 lultimo album, quel Che fantastica storia è la vita con cui Venditti ebbe un riavvicinamento alle vecchie sonorità del passato, e tornò a cantare con Francesco De Gregori (nel brano Io e mio fratello), big del cantautorato italiano con cui Antonello si fece conoscere nei primissimi anni 70 sotto il nome del duo Theorius Campus. E nel 2007 il tempo è finalmente maturo: il 16 novembre esce il suo nuovo lavoro, quel Dalla pelle al cuore che presenta per la prima volta in tv nella trasmissione di Fabio Fazio «Che tempo che fa» e contiene nove canzoni inedite. Un disco in cui trovano nuovamente spazio le emozioni: «Sono rimasto molti anni senza parlare damore, e in questo lavoro affronto in modo maturo la sfera dei sentimenti», racconta Venditti. E poi, aggiunge, «nei testi delle canzoni di oggi tornano ad avere spazio le mie sofferenze private, cosa che non accadeva da molto tempo».
Un disco introspettivo, dunque. Quasi un «concept» album, già apprezzato dagli «aficionados» più fedeli, ma anche più esigenti, e per cui Venditti ha chiamato due ospiti deccezione: Carlo Verdone (alla batteria) e Gato Barbieri (al sassofono). Piove su Roma (altro inno alla capitale) e Scatole vuote la dicono subito tutta sullo spessore del testo. La mia religione è poi una confessione intima su ciò che per Antonello è la fede.
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