«La città? Meglio l’oceano»

Giovanni Soldini, classe 1966, è un milanese doc che oggi vive a Sarzana, splendida città in provincia di La Spezia, incontro tra regioni, morfologie e culture diverse. Dopo la sua recente performance vittoriosa nel mare delle Azzorre, è impegnato proprio in questi giorni nella regata del Fastnet, lo scoglio al largo dell’Irlanda meridionale, dove ogni due anni, ad agosto, si ritrova il gotha del velismo internazionale. Ma Soldini, che sarà impegnato a breve anche nel Mondiale Class 40 in Gran Bretagna, con la testa - c’è da giurarci - è già al 2011. Più precisamente alla Volvo Ocean Race, il giro del mondo in equipaggio (l'edizione 2008-2009 si è appena conclusa con la vittoria di Ericsson 4 di Torben Grael), per il quale sta cercando di allestire e organizzare un team italiano. Ci parla di sé, di Milano e dei suoi obiettivi.
Dopo l’ultima sua vittoria alle Azzorre nella regata in doppio con Karine Fauconnier «Les Sables-Horta-Les Sables» è finalmente soddisfatto?
«Sì, sono contento e devo dire che la mia barca, Telecom Italia, si è dimostrata veloce e affidabile e con Karine abbiamo navigato bene, senza fare troppi errori: questo ci ha permesso di vincere.
Cosa ha apprezzato di più in quest’ultima vittoria?
«Senza dubbio la destinazione, vale a dire Horta, un luogo che mi piace molto in quanto è davvero particolare per chi naviga: fondamentalmente questo porto è un crocevia in cui tutti passano, tutti si fermano ed è un posto abituato a veder vivere le barche. È un luogo anche un po’ magico, in cui ogni volta che arrivi incontri qualcuno che magari non vedevi da vent’anni, nel senso che quando vai dall’Europa all’America o viceversa sei obbligato a passare dalle Azzorre. Horta quindi è sicuramente un luogo dove ho molti bei ricordi, fatto anche e soprattutto di incontri interessanti».
Questa regata è stata più faticosa di altre?
«No, tecnicamente è stata una regata come un’altra. Del resto, il discorso è semplice: se una regata va bene non è faticosa. Quando invece le cose vanno male ci sono sempre dei problemi tecnici, delle rotture, degli imprevisti che magari ti fanno perdere tempo e ti fanno fare molta più fatica».
Lei è famoso nell’immaginario collettivo come il «viaggiatore solitario». E molte persone, grazie a lei, hanno scoperto la passione per il mare...
«Mah, in realtà non so quante persone abbiano scoperto la passione per il mare grazie a me! Sicuramente, posso solo dire che sono quindici anni che faccio regate in solitario o in equipaggio, sempre in oceano. E, lo confesso, è una cosa che continua a piacermi».
Lei e Carlo Croce di Federvela avete il progetto di portare una barca italiana alla Volvo Ocean Race 2011, facendo il giro del mondo in equipaggio...
«Sì, il presidente Carlo Croce sta dimostrando per la prima volta attenzione anche per la vela oceanica, che è evidentemente un po’ diversa da quella di tipo olimpionico che necessariamente assorbe buona parte dell’attività della Federazione Italiana Vela. Partendo da lì, abbiamo pensato insieme di provare a mettere in piedi una sfida italiana. E in questa sfida noi vorremmo coinvolgere le migliori aziende nazionali a fare una barca di connotazione italiana per un tipo di impegno e di sfida che magari, solitamente, si è abituati a riconoscere al mondo anglosassone».
Lei è nato a Milano. E poi?
«Nato a Milano, ho fatto le elementari e le medie in città. Ma appena ho raggiunto l’età della ragione me ne sono andato...».
Non è piacevole vivere a Milano?
«Beh, sicuramente è una città molto trascurata a livello urbanistico. Ci sono città oggettivamente più belle, proprio dal punto di vista della vivibilità, a cominciare dal verde disponibile o dagli spazi da dedicare al tempo libero. Roma, per esempio, ha molto più verde, più parchi. Poi ci sono Barcellona, Parigi, altrettanto appaganti».
Secondo lei il sindaco Letizia Moratti sta facendo un buon lavoro?
«Guardi, io vivo a Sarzana e ho già i miei problemi a capire cosa fa il sindaco locale...» (ride).
Milano comunque è una metropoli...
«Milano ha tutti i problemi delle grandi metropoli, anche un po’ aggravati: una città come questa che ha solo 3 linee di metropolitana... Se una persona arriva all’aeroporto di Linate, per arrivare in centro deve prendere un taxi: mi sembra francamente allucinante. Insomma, l’impressione è che Milano sia una città che non è stata organizzata, che non è stata pensata per essere una grande città. Parigi è tutta un’altra cosa: la metropolitana c’è praticamente dappertutto e quindi non hai mai il problema di dover prendere un taxi. E già questo la dice lunga sul tipo di vita che puoi condurre».
Suo fratello Silvio Soldini è un regista conosciuto. Che rapporto avete?
«Ci vogliamo molto bene, andiamo d’accordo anche se non ci vediamo molto spesso: lui vive a Milano. Amo molto i suoi film perché sono pellicole in cui è facile identificarsi; trattano argomenti nei quali una persona può riconoscere i propri problemi. A me, comunque, in generale, piacciono i film d’autore, come dire: un po’ impegnati».
A proposito: va spesso al cinema?
«A Sarzana c’è una cineteca d’inverno molto bella, curata da un signore che è una specie di enciclopedia del cinema e dove si proiettano film interessanti».
Come si mantiene in forma nei periodi in cui non fa regate?
«Cerco di mangiare sano quando posso. In regata, invece, non c’è opulenza di cibo a bordo, per cui si mangia un piatto unico, niente carne perché non c’è il frigo, niente vino... Insomma, un regime alimentare molto essenziale».


Qual è l’obiettivo o, se preferisce, il sogno che vuole realizzare, dopo tutte le vittorie che ha rincorso e conseguito nella sua carriera?
«Beh, sì, devo ammetterlo: partecipare alla Volvo Ocean Race è un bel sogno che spero di realizzare, proprio per la sfida anche di tipo organizzativo che implica. Una cosa diversa, che mi stimola molto; un obiettivo che spero fortemente di centrare».

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