CITTÀ STATO

Quanti minuti di lavoro ci vogliono per comperare un hamburger? A Tokyo 12, a Sydney 14, a Londra 13, a Parigi 20, a Singapore 36. Paradossi dei numeri: secondo la recente indagine della UBS Wealth Management Research, Singapore è la 24° città più cara del pianeta: più di Chicago, più di Hong Kong, più di Sydney.
Ma se gli abitanti vivono in emergenza caro vita, per i turisti europei il fenomeno è inesistente. Una corsa in taxi costa 10 euro, una notte in un hotel a 5 stelle in pieno centro come il Grand Park City Hall (www.parkhotelgroup.com) non arriva a 100 euro, un pranzo fra i riccioli Liberty del Lau Pa Sat Market, l'ex mercato coperto dove servono il migliore street food della città, parte da 5 euro. E una cena fusion nel trendyssimo My Humble House (www.myhumblehouse.com.sg), miglior ristorante asiatico del 2009, non più di 40 euro.
Sarà anche per questo che ogni anno 10 milioni di visitatori atterrano nell'avveniristico (e pluripremiato) aeroporto di Changi e, per turismo o per affari, si confondono con l'amalgama di etnie che brulicano in questa sorprendente città-stato di 42x23 km, sulla punta meridionale della Malesia. Un emporio mondiale di 4,5 milioni di abitanti che parla, pensa e compra cinese, indiano, malese, ma che è stato educato secondo le regole di Sua Maestà. Britannicissime le scritte e i nomi delle vie, britannica la lingua madre che qui parlano tutti, insieme a quella della propria etnia. Siamo in Asia, ma l'Oriente bisogna cercarlo.
La Singapore occidentale, quella delle griffe e del lusso consumista, vive nei quartieri attorno a Orchard Road, dove per un appartamento si spendono fino a 3 milioni di euro e i centri commerciali di lusso crescono come funghi. Ion, l'ultimo in ordine di apertura, accanto alle griffe ospita la blasonata galleria d'arte Opera Gallery, con sedi anche a New York e Venezia, e la Twg Tea, la sala da tè più fashion del sud-est asiatico, che per servire la qualità più pregiata, il golden tea dello Yunnan, utilizza solo teiere a 18 carati. Roba da fare impallidire perfino il blasonato tea-time del Raffles hotel, monumento dell'ospitalità nella centralissima Beach Road: una nostalgia coloniale che non ha nulla da spartire con le opere faraoniche dei grandi studi internazionali di architettura, come la Nuova Corte Suprema firmata da Sir Norman Foster, o come la stratosferica Marina Bay Sands, tre grattacieli collegati da una passerella con giardino e piscina a 200 metri di altezza, che viene su alla velocità della luce di fronte all'elegante hotel Fullerton. Un mondo avveniristico di vetro e acciaio, che vive gomito a gomito con la città di un tempo.
L'altra Singapore si scopre a Chinatown, con i templi appena fuori dalla metropolitana, a Little India, con le sue atmosfere da terra dei Marahaja, o nel pittoresco quadrilatero di Arab Street, zona islamica di deliziose architetture pastello fra i grattacieli di Beach e North Bridge Road. L'altra Singapore si scopre visitando il museo Peranakan, dove è raccontata la storia dell'etnia cinese (di lingua malese) che vive in città e apre ristoranti altolocati come Blue Ginger (www.theblueginger.com, sui 20 euro). Ma soprattutto, l'altra Singapore si intuisce passeggiando lungo il tratto di fiume fra Robertson Quay, Clarke e Boat Quay, dove le semplici case cinesi di un tempo, rimesse a nuovo, sono state trasformate in bar e ristoranti alla moda. Uno spaccato di architettura coloniale tirato a lucido e riconvertito, come quasi tutto in città, in luogo di business e di intrattenimento. L'anima di Singapore, alla faccia di quanto lavoro ci vuole per comprare un hamburger.
Il viaggio: Singapore Airlines (tel. 02 60780120/110, www.singaporeair.com), la compagnia aerea più premiata al mondo, vola giornalmente da Milano a Singapore. La tariffa a/r parte da 836 euro in classe economy, che per rendere più agevole il volo propone sedili più spaziosi e nuovi pannelli di controllo a cristalli liquidi per la connettività iPod e iPhone.

Per i viaggiatori di business e first class, veri lussi come le poltrone ergonomiche più larghe del mondo (che si trasformano in letto), il più ampio schermo LCD 23" (in first class), e l'International Culinary Panel, un'esperienza gourmet in volo proposta da 8 chef. Il top: le suite a bordo degli A380, per dormire come in albergo.
Per informazioni turistiche on line: www.visitsingapore.com

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