Cronaca locale

La città a 30 all'ora? Serve solo a far cassa

Viabilità e demagogia. Non convince l'ennesima decisione green della giunta. Uno studio: abbassare la velocità fa salire lo smog

La città a 30 all'ora? Serve solo a far cassa

Dal 1 gennaio 2024 c’è il rischio che in città le auto non possano superare i 30 chilometri orari in tutta la città e non solo in certe zone, come accade oggi. A dettare la linea il Consiglio comunale che ha approvato un ordine del giorno sostenuto da tutta la maggioranza, che impegna il sindaco Beppe Sala, a proclamare Milano «Città zona 30», dal 1°gennaio. L’ordine del giorno è stato approvato dal Consiglio comunale lunedì sera, con il parere favorevole della giunta. L’assessore alla Mobilità Arianna Censi ha spiegato che la riduzione della velocità delle auto è un obiettivo che «stiamo cercando di percorrere era ggiungere perché da qui si costruisce la cultura di una città».

Portare il limite di velocità a 30 all’ora potrebbe ridurre gli incidenti stradali e provocare meno morti sulle strade, il ragionamento ufficiale. Ci si dimentica così del fatto che con l’aumento del biglietto ancora più persone costrette a prendere l'auto perchè in alcuni casi scelta più sostenibile, del fatto che l'attuale assenza di regole sulla strada rende estremamente pericoloso circolare, come dimostra il numero degli incidenti.

Ma che il provvedimento sia demagogico lo dimostrano anche gli studi sull'aumento dell'inquinamento al diminuire della velocità di percorrenza, come quello di Cerema la principale agenzia pubblica francese per lo sviluppo di competenze pubbliche nello sviluppo della pianificazione urbana che mostra come i più alti livelli di emissione di Pm10 e ossidi di azoto siano correlati a una velocità inferiore ai 30 km orari per tutti i tipi di veicoli. Non solo, il provvedimento non considera un'eventuale revisione della circolazione dei mezzi pubblici, che da un lato dovrebbero raddoppiare le frequenze visto l'aumento esponenziale dei tempi di percorrenza con il limite a 30 e dall'altro dovrebbero eliminare i jumbo tram a favore di mezzi più leggeri.

«Ricordo al sindaco e al Pd che a Milano la gente vorrebbe anche lavorare», ha tagliato corto Matteo Salvini in un tweet. Il riferimento voluto è ai nuovi divieiti scattati dal 1 ottobre ad Area B e C che di fatto rendono impossibile entrare e circolare in città con i diesel Euro 4 e 5. Anche in questo casa il sindaco ha tirato dritto per la sua strada senza tenere presente che in questo momento economico è impensabile per moltissime famiglie la sola idea di cambiare auto. Auto o furgone che sono strumenti di lavoro o unico mezzo che consente di raggiungere il lavoro. Così tradisce l'impianto puramente ideologico l'annuncio che in primavera il consiglio comunale deciderà sull'introduzione della sosta a pagamento anche per i residenti.

Se per Geronimo La Russa, presidente dell'Aci, introdurre il limite di 30 chilometri in tutta la città «è l'ennesima scelta demagogica che non garantirà nessun beneficio», un po' di «gradualità» è quello che dovrebbe esserci per il governatore lombardo Attilio Fontana secondo cui il limite di 30 km/h è utile in alcune strade perché ci sono scuole e ospedali o edifici sensibili. In tutto il resto della città forse il limite dei 50 potrebbe essere più utile per evitare che si rischi il blocco della circolazione».

Introdurre nuovi limiti alla circolazione prevede anche che si facciano rispettare: da un lato la nuova segnaletica rischia di costare almeno 200mila euro, secondo i conti fatti da Enrico Bonizzoli, esperto di sicurezza stradale, dall'altro il più banale strumento per il controllo sono gli autovelox. Ed ecco che sorge un altro dubbio: il provvedimento, che non guadagna in lotta allo smog nè in sicurezza, sa tanto dell'ennesimo balzello per rimpinguare le casse del Comune.

«Si tratta chiaramente di una boutade politica per nascondere la polvere sotto il tappeto - sostiene Fabio Altitonante, consigliere regionale di Forza Italia -. A Milano è già difficile superare i 30 chilometri all'ora perché con le politiche ideologiche delle ultime due giunte spostarsi con l'auto in città è diventato impossibile». Con questa proposta «non c'è limite al ridicolo - tuona il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi -.

Sarà un potente limite alla produttività» per cui è nota la città.

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