(...) poco distante da piazza Raibetta, che punta l'occhio verso il mercatino abusivo, incontrano il titolare dell'antica «Bulloneria San Giorgio» in qualità di presidente del comitato spontaneo di via Turati, che sta lavorando per la riqualificazione del territorio e mentre stringono mani e ascoltano i commercianti di zona, dispensando consigli per liberare Caricamento dal degrado. Perché dopo aver girato per via di Sottoripa, assessore e sindaco, scoprono il negozio storico di abbigliamento marittimo «Lucarda» che affigge in bella vista l'articolo incriminato e si fermano. Larticolo ha l«aggravante» di due piccoli fogli bianchi che indicano rispettivamente: «Abbasso la Vincenzi» e «Abbasso Scidone». Entrambi sorridono, e divertiti entrano nel negozio dove una gentile signora li accoglie incuriosita. Nascosta dietro il bancone, con in bella vista una copia del Giornale, Michela Lucarda, dopo le presentazioni di rito, spiega cortesemente, che non condivide affatto la «Nuova stagione della Vincenzi». Tanto da ritenere opportuno affiggere un articolo davanti alla sua vetrina, per dire invece, che «sposa» appieno il contenuto dellinchiesta.
È la stessa Vincenzi, con fare elegante e ironico, che suggerisce alla proprietaria di esporre però, anche una sua risposta, che a breve le farà avere. Per il sindaco e l'assessore è cosa finita, quando escono dal negozio. Per la signora Lucarda, invece no. «Per lei sono di destra, perché ho idee che con coincidono con le sue - incalza -. Evidentemente sono un'eversiva, o sovversiva. Il mio modo di fare rivoluzione, come dicono loro, è questo. E penso di avere il diritto di farlo, visto che è casa mia e pago per avere questo. Tutte le tasse le ho pagate, e se lei vuole mettere in casa mia la sua risposta, liberissima di farlo. Io però sono altrettanto libera di scrivere e di affiggere ciò che voglio. Del resto lei ha tutta la città a disposizione - aggiunge agguerrita - per reclamizzare quello che ha fatto, o che avrebbe intenzione di fare e anche quello che non ha fatto. Perché di cose ne ha dette, ma poi il centro storico da zero è sceso a meno cento, con tanti problemi rimasti irrisolti». «Mi scusi, ma io vado proprio, fuori di testa. Mi vengono a polemizzare in casa mia, se io metto appeso fuori un articolo del Giornale, che condivido al cento per cento. Ma per favore. La polemica la faccia altrove, piuttosto», conclude la signora Lucarda.
Ma non è certo l'unica a lamentarsi. Situazioni di disagio vengono denunciate anche da Roberto, il titolare dell'edicola di piazza Raibetta che aggiunge: «Qualcosa è stato fatto, è vero. Ma ci sono ancora situazioni di criticità. Al mattino presto ad esempio, dalle cinque alle sette, qui in piazza ci sono solo ubriachi e spacciatori. Mancano adeguati controlli, e si ha paura». E la contestazione non finisce, e prende forma anche attraverso comitati spontanei dei cittadini mobilitati tra di loro, per contrastare, di comune accordo, le scelte della giunta di Tursi. Sono i comitati per la difesa di Villa Scassi; dei cittadini del Centro Est; l'associazione via Prè-L'orgoglio di Genova; il comitato Campasso; quello di via Pagano D'Oria; il comitato per la difesa delle piccole imprese di Sampierdarena e quello per la viabilità. Insieme comunicano di aver costituito «un coordinamento volto a contrastare, di comune accordo, le continue, sbagliate e inopportune scelte della giunta che se applicate porterebbero allo stravolgimento della città, compromettendo la viabilità e la sicurezza».
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