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Arriva la "Meet sounding", ecco la legge che vieta di “rubare” i nomi alla carne

Sono 22 milioni gli italiani che abitualmente mangiano alimenti a base vegetale. Parole come “hamburger” e “polpette” non si potranno più usare per descrivere la “finta carne”

Arriva la "Meet sounding", ecco la legge che vieta di “rubare” i nomi alla carne

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Non si potrà più chiamare “hamburger” il preparato vegetale che riproduce la forma del medaglione di carne macinata. L’articolo 3 del disegno di legge 651 approvato in via definitiva a novembre 2023 sul divieto di produzione e vendita di cibi prodotti con la carne sintetica potrebbe mettere in crisi il marketing di alcuni prodotti come le bistecche di soia, la mortadella vegan e la bresaola di grano. Ecco cosa è il “meet sounding” e perché potrebbe essere a breve vietato nel Belpaese.

Il possibile cambiamento

Si chiama “meet sounding” il fenomeno per cui vengono utilizzati termini appartenenti al mondo della macelleria per indicare prodotti che in realtà sono composti con cibo vegano. Il via libera della Commissione europea, che dovrebbe arrivare entro i primi di marzo, sarà decisivo per il mercato dei prodotti vegani che riproducono forme e colori di carne e pesce. Questo perché i promotori della legge voluta dal ministro dell’Agricoltura Lollobrigida sostengono che termini come polpetta, salsiccia e bistecca potrebbero confondere i consumatori che in realtà vorrebbero comprare una “vera” bistecca.

I nomi da non usare

All’interno dell’articolo 3 viene specificato che entro metà del mese di febbraio il ministero dell’Agricoltura debba specificare una lista di parole che non si potranno più utilizzare. Si attende solo decreto attuativo. Lollobrigida si è comunque messo a disposizione per parlare del tema. A questo proposito Unionfood, la primaria associazione in Italia per rappresentanza diretta di categorie merceologiche alimentari e tra le prime in Europa, ha specificato che usare termini come “burger” o “ polpette vegetali” non crea alcun fraintendimento poiché viene specificato che si tratta di cibo appunto “vegetale”. Inoltre l’Unione italiana food ha scritto una lettera alla Commissione Ue chiedendo di “cancellare dalla legge la parte relativa al divieto di uso del nome carne nei prodotti che contengono proteine vegetali” in quanto “i prodotti a base vegetale non hanno nulla a che fare con il cibo realizzato dalla coltura di cellule o dai tessuti derivanti da animali vertebrati”.

La risposta di aziende e produttori veg

I produttori e le aziende di alimenti vegetariani e vegani si sono lamentati della possibile novità in quanto i cittadini, secondo loro, sarebbero consapevoli di quello che stanno mangiando e acquistando in quanto secondo loro sarebbe stata efficace la "regolamentazione sull’etichettatura italiana ed europea che fornisce tutte le informazioni del cibo ai consumatori che garantisce un alto livello di protezione”.

Il consumatore

In merito alla questione il senatore Gianmarco Centinaio, che è primo firmatario del provvedimento in questione, ha sottolineato al Corriere della Sera: “Se il consumatore legge salsiccia si aspetta dei pezzi di carne, e invece rischia di trovarsi una salsiccia di ceci: io credo che il consumatore vada informato e messo nelle condizioni di non sbagliare”. Come è la situazione in Italia in merito ai consumi di questo tipo di cibo? Riportiamo i dati di una ricerca AstraRicerche e Unionfood.

Sono 22 milioni gli italiani che abitualmente mangiano alimenti a base vegetale e “l’80% di loro legge attentamente le etichette e le ritiene chiare ed esplicite e il 75,5% sa perfettamente di cosa sono fatti i cibi a base vegetale”, afferma Unionfood.

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