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L'assegno unico va restituito? Chi rischia e perché

Se l'Isee con omissioni o difformità non è stato corretto entro lo scorso 31 dicembre, l'Istituto potrà richiedere le cifre eccedenti la quota minima prevista

L'assegno unico va restituito? Chi rischia e perché

A breve l'Inps potrebbe iniziare a richiedere la restituzione di una parte dell'assegno unico universale, erogato nel periodo marzo/dicembre 2022, a coloro che ne hanno beneficiato pur non avendo ottemperato a tutti gli obblighi richiesti dall'Istituto.

Si fa riferimento, ad esempio, a quei contribuenti che hanno prodotto un Isee con omissioni o difformità non regolarizzate, come previsto, entro lo scorso 31 dicembre. Proprio a tutti costoro dovrebbe essere indirizzata la comunicazione tramite la quale l'Inps chiederà la restituzione di una determinata somma, che ovviamente sarà indicata in modo chiaro. Ai diretti interessati verrà riconosciuto esclusivamente l'accredito della quota minima dell'assegno unico universale, vale a dire quella prevista anche in mancanza di Isee: l'eccedente sarà invece recuperato dall'Istituto tramite conguaglio.

Cosa accadrà

Generalmente in caso di Isee con omissioni o difformità non è concessa ai cittadini la possibilità di richiedere agevolazioni o bonus di qualunque genere. Ciò che accade, ad esempio, per il reddito di cittadinanza, destinato alla sospensione qualora l'Isee sia difforme.

Questo, invece, non accade per l'assegno unico universale. Secondo quanto espresso chiaramente nella circolare 23 del 2022, l'istanza viene accettata e liquidata anche in caso di Isee con omissioni o difformità.

Per fare un esempio, nel caso in cui dai calcoli dovesse risultare un Isee di 10mila euro (considerando il fatto che il tetto del beneficio spetta a chi abbia Isee inferiore a 15mila euro), al richiedente viene riconosciuto il pagamento della quota massima di 175 euro per figlio, anche in caso di difformità. Il percettore, tuttavia, avrà successivamente l'obbligo di regolarizzare il prima possibile la sua posizione. Dopo aver ricevuto comunicazione dall'Inps, infatti, egli dovrà provvedere a correggere l'Isee entro e non oltre il 31 dicembre dell'anno di riferimento.

Ecco perché, trascorso il 31 dicembre 2022, è scaduto il termine ultimo concesso ai contribuenti per rivedere omissioni o difformità del proprio Isee e inviare nuovamente la documentazione all'Inps. Chiunque non si sia occupato, nonostante la comunicazione ricevuta, di regolarizzare la propria posizione entro la data indicata, dovrà restituire quella parte di somme eccedenti rispetto al minimo previsto dall'assegno unico universale

Quali cifre

La somma da restituire all'Inps varia da caso a caso, ovviamente a seconda della cifra erogata dall'Istituto sulla base dell'Isee comunicato dal contribuente al momento della presentazione dell'Istanza. Come anticipato, va restituito quel denaro eccedente la quota minima riconosciuta a chi non invia alcun Isee, ovvero 50 euro al mese per figli minorenni o 25 per figli maggiorenni (cifre a cui vanno aggiunte eventuali maggiorazioni).

Prendendo l'esempio già visto in precedenza, chi avesse percepito la quota massima di 175 euro riconosciuta a un figlio minorenne dovrebbe restituire 125 euro per ciascun mese ricevuto: dato che l'assegno viene erogato da marzo, quindi, si parla di 10 mensilità, per un valore complessivo di 1.250 euro.

Somma che potrebbe persino crescere, per esempio, nel caso in cui il beneficiario avesse più di un figlio a carico.

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