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Bonus prima casa, ecco a chi spetta

Importanti novità sono state introdotte per chi si trasferisce all'estero per motivi di lavoro e acquista una prima casa: ecco come funziona il bonus e quali sono i requisiti

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Il governo è vicino anche ai cittadini che devono lasciare l'Italia per trasferirsi all'estero a causa del lavoro venendo loro incontro con il bonus sulla prima casa: lo stesso discorso vale, comunque, per tutti gli emigrati che hanno lasciato il Belpaese. La misura è stata decisa nelle scorse ore da un dl del Consiglio dei ministri.

A chi spettano le agevolazioni

La situazione attuale vede quattro punti cardine sul bonus della prima casa: come ricorda IlSole24Ore, la misura spetta ai residenti nel Comune dove si trova l'abitazione acquistata in maniera agevolata, a chi cambia residenza entro un anno e mezzo dal rogito laddove si trova la casa, chi viene rasferito all’estero per motivi lavorativi e decide di acquistare una casa nel Comune dove svolge l'attività il proprio datore di lavoro e, infine, se si tratta di un cittadino italiano emigrato all’estero che decide di acquistare sul suolo nazionale.

Cosa stabilisce la nuova legge

Rispetto al passato, quello che è stato stabilito in Consiglio dei ministri lascia le cose come stanno sui primi due punti e cambia notevolmente ciò che riguarda i cittadini all'estero, quindi i punti tre e quattro. Da questo momento in poi, infatti, il bonus sulla prima casa sarà di competenza dell’acquirente il quale che trovandosi all'estero per lavoro ma che avrà lavorato in Italia per un periodo minimo di cinque anni, acquisti un'abitazione o nel Comune di nascista, o nel Comune in cui aveva la sua residenza prima di lasciare il Paese oppure nel Comune dove lavorava prima di trasferirsi fuori dai confini nazionali.

Quanto introdotto dall'esecutivo, pertanto, lascia invariati alcuni punti ma cambia qualche presupposto: è esattamente come prima il presupposto secondo il quale "si deve trattare di un acquirente trasferito all’estero per ragioni di lavoro", spiegano gli esperti. Ciò significa che non rientrano in questa casistica i trasferimenti per studio o motivi familiari; viene abolita l'importanza della sede del datore di lavoro "presso il quale è impiegato l’acquirente della prima casa trasferito all’estero", introduce l'importanza che l’acquirente, per almeno cinque anni, deve aver lavorato in Italia o avere avuto la sua residenza anche se in questo caso il discorso è più ampio perché per "attività" si intendono anche fattori extralavorativi come sport, studio, eccetera.

Un altro aspetto chiarisce che il bonus viene erogato per l'acquisto di un'abitazione nel Comune di nascita dell’acquirente ma anche dove aveva la residenza o dove svolgeva la propria attività (tre aspetti differenti). Infine, c'è un quinto punto che non menziona più il "cittadino italiano emigrato all’estero": ciò significa che la nuova norma si potrà applicare anche a chi non dovesse avere la cittadinanza italiana e che, sempre dopo cinque anni di attività italiana, vada all'estero per lavoro.

Cosa viene escluso

Chi usufruirà del bonus che agevola l'acquisto della prima casa non potrà possedere altre case nel Comune dove si trova l'immobile di acquisto e non potrà essere, da nord a sud dell'Italia, titolare di un'altra casa acquistata in precedenza con l’agevolazione valido per la prima casa.

Dal momento che è stato trasferito in un altro Paese per motivi lavorativi, chi acquista non sarà chiamato a cambiare residenza nella nuova abitazione per un anno e mezzo dal rogito d’acquisto.

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