Bruxelles mette Temu sotto la lente: rischio prodotti illegali sulla piattaforma

L’Europa contesta alla piattaforma cinese una gestione inadeguata del rischio. Al vaglio anche trasparenza algoritmica e dinamiche del design digitale

Bruxelles mette Temu sotto la lente: rischio prodotti illegali sulla piattaforma
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È diventata una delle app di shopping più scaricate in Europa nel giro di pochi mesi. Temu, il colosso cinese dell’e-commerce low-cost, è ora sotto osservazione da parte della Commissione europea. Al centro dell’indagine non ci sono i prezzi imbattibili o la vastità del catalogo, ma la capacità – o presunta mancanza – di prevenire la diffusione di prodotti illegali all’interno del proprio marketplace.

Il rischio per i consumatori Ue

Secondo quanto comunicato da Bruxelles, esisterebbe un rischio elevato per i consumatori europei di imbattersi in articoli non conformi alle normative comunitarie. L’indagine è ancora in fase preliminare, ma i primi accertamenti parlano chiaro: la piattaforma non avrebbe valutato in modo adeguato i pericoli legati alla vendita di oggetti potenzialmente pericolosi, come giocattoli e dispositivi elettronici, spesso provenienti da venditori terzi difficili da tracciare.

Il caso

Il caso rientra nell’ambito del Digital Services Act, il regolamento che impone agli intermediari digitali – soprattutto quelli più grandi – nuove responsabilità nella gestione dei contenuti e dei prodotti online. Temu, che è stato classificato come Very Large Online Platform nel maggio 2024, deve quindi rispettare standard particolarmente elevati. Ma la valutazione dei rischi fornita dalla società cinese nell’ottobre dello stesso anno è stata giudicata generica, più vicina a un’analisi di settore che a una reale fotografia delle criticità interne al proprio marketplace.

La trasparenza degli algoritmi

Mentre la Commissione continua a esaminare altri aspetti, tra cui la trasparenza degli algoritmi e l’eventuale uso di meccanismi di design considerati “coinvolgenti”, il dibattito si allarga anche al modello di business di Temu, che sta crescendo a ritmi vertiginosi. Le stime parlano di un volume lordo di vendite che nel 2024 potrebbe superare i 70 miliardi di dollari a livello globale, un balzo impressionante rispetto ai circa 15 miliardi registrati solo l’anno precedente. L’aumento degli utenti – oltre 90 milioni solo in Europa – racconta una penetrazione rapida e capillare. Ma l’altra faccia della medaglia è rappresentata da perdite operative consistenti, stimate tra gli 8 e i 9 miliardi di dollari nel 2023, dovute in gran parte alla politica di sconti aggressivi e alle spese pubblicitarie elevate.

La volontà di collaborare

L’azienda, parte del gruppo PDD Holdings, ha fatto sapere di voler cooperare pienamente con le autorità e avrà ora l’opportunità di fornire chiarimenti.

Se le violazioni venissero confermate, le sanzioni previste dal Digital Services Act potrebbero arrivare fino al 6% del fatturato annuo globale. Una cifra che, in un ecosistema basato su margini sottili e volumi altissimi, potrebbe fare la differenza.

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