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Inflazione, stangata da quasi 4 miliardi sul turismo. Le regioni più colpite

L'impennata dei prezzi pesa 3,9 miliardi di euro e provoca un aumento incontrollato dei costi: ecco i principali e le regioni italiane dove si spende di più

Inflazione, stangata da quasi 4 miliardi sul turismo. Le regioni più colpite

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Inflazione, stangata da 3,9 miliardi sul turismo

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Il caro-estate viene confermato giorno dopo giorno dalle rilevazioni dei maggiori istituti di ricerca: Demoskopika, in un comunicato stampa, fa sapere che l'infazione sta pesando enormemente sulle tasche degli italiani con aumenti nel settore del turismo del +8,9% rispetto allo scorso anno e addirittura una differenza di +3,3% rispetto a quanto calcolato dall'Istat che ha stimato aumenti del +5,6%. Queste percentuali si traducono con un esborso complessivo pari a 3,9 miliardi di euro, ossia la spesa dei turisti italiani e stranieri nel Belpaese.

Le voci più costose

In cima alla lista dei rincari ecco che, come abbiamo più volte visto sul Giornale, il settore del trasporto aereo è quello che ha subìto le impennate maggiori con un +23,5%: al secondo posto ecco i pacchetti vacanza (+17,7%) e subito dopo servizi di alloggio (+12,8%). Come se non bastasse, a livello europeo gli aumenti maggiori, in giugno e sui prezzi al consumo, l'Italia ha superato altri Paesi europei come Francia, Spagna e Grecia.

Le Regioni più care

Se scendiamo nel dettaglio dei dati raccolti da Demoskopika, ci accorgiamo che gli aumenti maggiori hanno riguardato il Lazio, prima regione italiana, con un balzo in avanti sul caro prezzo del +9,5% subito seguita dalla Lombardia (9,2%), da Toscana e Molise (9,1%) e la Campania (+9%) con rincari di 1,6 miliardi di euro, in pratica oltre il 40% della quota complessiva della spesa turistica imputabile alla crescita dei prezzi. Ma quali sono le voci che sono state prese in considerazione? In generale un po' tutte dai servizi di trasporto a quelli culturali e ricreativi per finire al settore della ristorazione.

"Frenesia post pandemica"

L'allarme lo lancia a chiare lettere anche Raffaele Rio, presidente di Demoskopika, il quale sottolinea che si assiste "quasi inermi alle evidenti ripercussioni della frenesia post pandemica caratterizzata da un'impennata dei prezzi del trasporto aereo, dal caro energia, della crescita dei listini dei carburanti e da 'prenotazioni incontrollate' che hanno provocato un aumento generalizzato dei prezzi nel comparto turistico". Innoltre, al danno si aggiunge anche la beffa perché "la spirale inflazionistica riguarda principalmente i voli domestici e i pacchetti turistici nazionali", in pratica alcune voci di cui chi va in vacanza non può ovviamente fare a meno.

Quest'estate, chi decide di andare in vacanza, deve mettere mano al portafogli o deve rinunciare ad alcuni giorni di meritato relax se non, addirittura, a essere impossibilitato a scegliere la meta preferita per la stangata di cui stiamo parlando ormai da settimane. "L'appeal del made in Italy - conclude Raffaele Rio - va tutelata a partire dal mercato autoctono che rappresenta, bene non dimenticarlo, la metà del successo turistico del Belpaese.

Fronteggiare le criticità a muso duro, dunque, per non sprecare l'opportunità di una forte ripresa dei flussi turistici nel nostro paese".

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