
Il ritorno sui banchi di scuola non sarà traumatico solo per gli studenti, ma anche per i genitori, dal momento che l'impennata dei prezzi di libri, articoli da cartoleria e alloggi farà inevitabilmente sentire il proprio peso sui conti delle famiglie italiane: l'Unione nazionale consumatori, sulla base dei dati Istat, lancia l'allarme, quantificando a 700 euro la spesa complessiva per ciascun figlio.
Gli aumenti sono evidenti in tutti i settori, e se già sembra palese la differenza rispetto a solo un anno fa, il raffronto coi dati del 2021 è davvero impietoso. Partiamo da una delle voci principali, quella dei testi scolastici, che in soli 12 mesi fanno segnare un +2,8%. La variazione tocca quota 6,7% rispetto al 2023 e 11,9% rispetto al 2022, ma è il confronto coi dati di 4 anni fa a lasciare esterrefatti, visto che l'aumento è addirittura di 14,4 punti percentuali.
Risme di carta e quadernoni fanno segnare rispetto allo scorso anno un aumento non eccessivo, ovvero un +1,5% che è il più basso tra i prodotti considerati nell'analisi. Ciò nonostante si parla di un +2,6% rispetto al 2023 e di un +12,1% sul 2022: nel confronto con il 2021, invece, per gli stessi beni si sborserà il 20,3% in più.
Gli articoli di cancelleria, quindi, penne, matite, evidenziatori, sono quelli ad aver subito l'impennata maggiore rispetto a 12 mesi fa, dal momento che si tocca quota + 6,9%: più si torna indietro e più il divario è evidente, con un +10,4% rispetto al 2023, un +16,6% rispetto al 2022 e addirittura un +24,2 rispetto a quattro anni fa.
Rientrano nell'annovero dei rincari anche quelli relativi al costo degli alloggi universitari, che nel 2025 aumenteranno del 6% rispetto allo scorso anno. L'incremento è del 13,6% se si considera il 2023, del 15,7% sul 2022 e del 19,8% rispetto al 2021.
"Il Governo deve intervenire immediatamente contro il caro scuola con un decreto che elimini ogni vincolo agli sconti sui libri scolastici, modificando la Legge 27 luglio 2011, n. 128", esorta il presidente di Unc Massimo Dona, "nel 2019 i ribassi arrivavano anche al 25%, mentre oggi non possono superare il 15%. Una tassa occulta del 10% a danno dei consumatori".
Non solo, dato che, stando a quanto denunciato dall'avvocato, gli editori digitali sarebbero responsabili di un "abuso", impedendo, una volta utilizzato il codice digitale del libro, di trasferirlo a un nuovo acquirente: una situazione che, denuncia l'Antitrust, "pregiudica il riutilizzo dei libri usati e ne deprezza il valore", ostacola il comodato d'uso gratuito e crea un'evidente disparità con la versione cartacea del medesimo testo scolastico.
È possibile contrastare questo pesante caro scuola? Unc suggerisce agli italiani di rivolgersi alla grande distribuzione, dal momento che è possibile risparmiare fino al 15% rispetto ai costi che invece si devono sostenere nelle cartolibrerie. Altra via per tagliare i costi è l’e-commerce, anche se nella maggior parte dei casi il risparmio si traduce con il riconoscimento di buoni acquisto.
Resta sempre percorribile la via dell'usato, da sempre lo strumento migliore nelle mani degli studenti per risparmiare: prima di effettuare l'acquisto è consigliabile effettuare un raffronto tra vecchia e nuova edizione, così da comprendere se nel testo vi siano o meno modifiche sostanziali tra una versione e l'altra.