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L'acquisto non ti piace? C'è il diritto di ripensamento: ecco come esercitarlo

Il diritto di ripensamento dà all’acquirente la possibilità di recedere dal contratto sottoscritto. È applicabile soltanto in alcuni specifici casi. Ecco cosa sapere

L'acquisto non ti piace? C'è il diritto di ripensamento: ecco come esercitarlo
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Concludere un acquisto e avere piena possibilità di recedere dal contratto qualche giorno dopo. Questo, in sintesi, il diritto di ripensamento che segue l’evoluzione della facilità con cui è possibile comprare online laddove, al contrario di quanto accade nella vita quotidiana (offline), venditore e acquirente non sono nel medesimo luogo.

Il legislatore ha voluto introdurre un metodo semplice per recedere da acquisti fatti in modo altrettanto semplice e resi accessibili dalla telefonia, dai siti web e da tante applicazioni per dispositivi mobili. Così, a fronte di un acquisto che con il passare dei giorni appare sempre più incauto al cliente, è possibile esercitare il diritto di ripensamento.

Il diritto di ripensamento

Le vendite telefoniche e online hanno molti pregi ma anche qualche difetto. Tra questi figura un tendenziale “atteggiamento compulsivo all’acquisto”: la rapidità del web rischia di annichilire quel tempo di riflessione che sembra normale nel quotidiano quando, ad esempio, una persona può osservare anche diverse volte l’oggetto dei propri desideri in una vetrina prima di decidersi a entrare nel negozio.

Se acquistare diventa più facile e impulsivo, è opportuno che ci sia un metodo che permetta di riparare a eventuali imprudenze. Il diritto di ripensamento non necessita di cause di rilievo per essere invocato: il cliente può anche semplicemente accorgersi di avere fatto il passo più lungo della gamba oppure di non avere strettamente bisogno del bene che ha acquistato, non da ultimo può anche rendersi conto che il prodotto comprato non soddisfa le proprie aspettative.

Il diritto di ripensamento è quindi la facoltà di un cliente di rinunciare al contratto sottoscritto. Recedere da un contratto, così come cita l’articolo 1372 del Codice civile, è possibile soltanto quando le parti contraenti siano d’accordo o in virtù dei motivi elencati dalla legge. Per questo motivo, quando si sottoscrive un contratto, è possibile recedervi secondo i termini del medesimo i quali, di norma almeno, prevedono il pagamento di una penale. Il diritto di ripensamento va a monte di questo meccanismo.

Come funziona il diritto di ripensamento

Tecnicamente, stando a quanto esprime il summenzionato articolo 1372 del Codice civile, il diritto di ripensamento è strumento che rende legittimo il recesso da un contratto. Il termine “contratto” può essere vago e, a titolo di esempio, rientrano in questa categoria gli acquisti di prodotti fisici ma anche quelli di servizi come, per esempio, contratti di telefonia, di energia, polizze assicurative, e quant'altro.

Il diritto di ripensamento è delineato da alcuni parametri inalienabili:

  • Chi lo esercita deve essere un consumatore. Chi acquista un’enciclopedia può recedere dal contratto se è il cliente finale e non se è un libraio o, sempre per fare un esempio, un dentista può recedere dall’acquisto di un pullover ma non di una poltrona odontoiatrica
  • Il contratto deve essere stato sottoscritto a distanza, quindi online o per telefono. In pratica il diritto di ripensamento non può essere esercitato da chi compra in un negozio fisico.

Per volontà del legislatore, il diritto di ripensamento può essere esercitato in modo agevole.

Come esercitare il diritto di ripensamento

Soddisfatte le due condizioni citate sopra, il cliente ha 14 giorni di tempo dalla sottoscrizione del contratto oppure dal ricevimento della merce per ripensarci e recedere dal contratto, così come indicato dall’articolo 52 del Codice del consumo.

Il venditore non può applicare costi, se ne evince che il diritto di ripensamento deve essere gratuito e che il consumatore deve essere rimborsato di eventuali somme già versate.

Per esercitare il diritto di ripensamento è sufficiente una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno da inviare entro 14 giorni al venditore, il quale non potrà obiettare e dovrà limitarsi a prendere nota della volontà dell’acquirente e agire di conseguenza.

Eccezioni

Il diritto di ripensamento tutela i clienti finali, per questo motivo ci sono eccezioni che vanno in loro favore. Il periodo di recesso di 14 giorni viene esteso a un anno nei casi in cui il venditore non informa il cliente della sua facoltà di recedere dal contratto.


Se il venditore comunica tale diritto al cliente in ritardo ma, in ogni caso, entro i 12 mesi dall’acquisto o dalla sottoscrizione del contratto, il consumatore ha a disposizione 14 giorni dal momento in cui è stato informato del diritto di ripensamento, così come cita l’articolo 53del Codice del consumo.

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