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"Genova non ferma nulla. Avanti i lavori sulla diga"

Dopo i rilievi dell'Anac sull'infrastruttura il ministero di Salvini: "Un pezzo di Stato rema contro le opere". La replica dell’Autorità: "Vogliamo agevolarle"

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«Non c’è alcuno stop ai lavori, tutto procede secondo i tempi ed entro maggio vedremo affiorare il primo pezzo della nuova diga di Genova». Fonti vicine al ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini rassicurano sul fatto che tutto sta continuando secondo i piani nonostante i rilievi dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) che ha individuato sette profili critici circa uno dei più importanti cantieri in fase di realizzazione, ovvero quello della diga foranea di Genova che avrà un costo stimato di 1,3 miliardi finanziati in parte con il fondo complementare del Pnrr. «Sulla diga di Genova un pezzo di Stato rema contro l'Italia», affermano ancora fonti del Mit. E ancora: «È un progetto di cui si parla da anni e che ha una condivisione bipartisan: i primi finanziamenti sono frutto di Paola De Micheli (Pd) e l'opera è stata inserita nel Pnrr dal governo Draghi. Il ministro Matteo Salvini, seguendo i principii di concretezza e buonsenso, ha fatto di tutto per velocizzare l'iter di un intervento fondamentale per tutto il Paese e non solo per la Liguria e il suo capoluogo. Anche per questo sorprende lo stop dell'Anac: è come se pezzi di Stato remassero contro l'interesse nazionale».

Tra i rilievi principali mossi dall’athority guidata da Giuseppe Busia c’è la modalità con cui sono stati assegnati i lavori - ovvero con una procedura negoziata e senza un bando di gara - al consorzio d’imprese guidato da Webuild nell’ottobre del 2022. Una procedura che si può seguire in casi di emergenza, nei quali secondo l’Anac non rientrerebbe la diga. È stato contestato anche l’inserimento del progetto tra le opere del Pnrr, che come tali possono essere approvate più velocemente per rispettare le scadenze del piano europeo. Nel mirino, inoltre, anche un presunto conflitto d’interessi per l’ingegnere Marco Rettighieri, ex responsabile del programma straordinario in cui la diga era stata inserita e successivamente divenuto presidente del cda di Webuild Italia.

Al ministero, tuttavia, ribattono che tutte le obiezioni sollevate dall'Autorità nazionale anticorruzione «sono fortemente contestate dai nostri uffici, basti pensare che i costi dell'opera non sono aumentati e nessuna contestazione riguarda presunti fenomeni corruttivi. Si tratta di semplici osservazioni burocratiche». Insomma, non essendoci rilievi riguardanti presunti fenomeni corruttivi, l’intervento dell’Anac sarebbe da considerare come al di fuori delle sue competenze. Pertanto, «Salvini è pronto a procedere con assoluta determinazione, a difesa degli interessi dei cittadini e dell’intero Paese».

Dopo la reazione del ministero, è arrivata la contro-replica: «L’Anac non agisce per bloccare, non avendone fra l'altro la facoltà o i poteri, ma per agevolare la realizzazione delle opere».

L'Autorità ha sottolineato di aver messo in evidenza «fin dal 2023 alla Struttura commissariale le diverse irregolarità», ma «la stazione appaltante ha ritenuto di concentrare la propria attività nella contestazione della competenza di Anac nel difendere il proprio operato».

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