Cittadini

Irpef, come cambia l'addizionale comunale in oltre mille città

Per oltre mille Comuni italiani il pagamento Irpef 2022 riprende il modello nazionale con le quattro aliquote: ecco quali sono gli altri meccanismi e cosa può cambiare nel 2023

Irpef, come cambia l'addizionale comunale in oltre 1.100 città

Ascolta ora: "Irpef, come cambia l'addizionale comunale in oltre 1.100 città"

Irpef, come cambia l'addizionale comunale in oltre 1.100 città

00:00 / 00:00
100 %

L'ultimo giorno di giugno scadranno i termini per saldare l'Irpef del 2022 ma con novità che variano in base ai vari centri urbani nazionali: infatti, per 1.158 Comuni è in atto la modifica che riprende l'Irpef nazionale la quale prevede 4 scaglioni (23%, 25%, 35% e 43% in base alla fascia di reddito).

Quali sono le differenze

Nessuna novità, invece, per gli oltre 5.600 Comuni nei quali era già attiva l'Irpef con una sola aliquota che, comunque, non mette al riparo da eventuali aumenti rispetto all'anno scorso. IlSole24Ore ricorda che l’addizionale comunale vale circa 5,3 miliardi ed è già stata pagata da oltre 26 di cittadini per la cifra pro-capite media di 203 euro. L'imposta deve essere pagata esclusivamente da chi versa quella nazionale con aumenti che dal 2012 a oggi hanno portato la tassa da 155 euro alla cifra appena menzionata.

La differenza per città

Per sette Comuni su 10, in Italia, l'Irpef locale si paga con un'unica aliquota: nel caso specifico, Palermo, Messina e Reggio Calabria hanno adottato "l’aliquota flat senza esenzioni" mentre, a parità di prelievo allo 0,8%, prevedono l'esenzione "Catania (7.500 euro), Venezia (10mila), Bari (15mila) e Milano (23mila). Firenze si ferma allo 0,2% con esenzione fino a 25mila euro, mentre Roma – con la deroga per la Capitale – ha l’aliquota allo 0,9% e l’esenzione a 12mila euro", spiegano gli esperti del quotidiano economico. 137 centri urbani, invece, si sono visti eliminare d'ufficio la quinta aliquota applicando la quarta per i redditi maggiori di 50mila euro che in passato comprendeva la fascia 55mila-75mila euro.

A Bologna, per esempio, l'unica aliquota è passata allo 0,8% dal precedente 0,65% mentre a Torini e Genova "si è introdotta l’addizionale a scaglioni con una progressività marcata: entrambe le città hanno il terzo e quarto scaglione con l’1,1% e l’1,2%". Infine, nelle città che "vestivano" l'addizionale flat già l'anno scorso la media è aumentata dello 0,1% passando dallo 0,64 allo 0,65% (senza esenzioni) e da 0,69 a 0,70% negli altri casi.

Cosa accadra nel 2023

Non è dato sapere, per adesso, cosa accadrà con l'Irpef 2023 che dipenderà da vari fattori: bisognerà certamente aspettare bilanci e delibere in scadenza il prossimo 31 luglio. Al momento soltanto Napoli ha aumentato allo 0,9% l'aliquota ma ha esteso anche la fascia che non deve pagare la tassazione (fino a 12mila euro di reddito annuo). L'addizionale, nel 2022, non è stata versata su poco più di mille Comuni (1.

087) italiani.

Commenti