"Aumento più ampio dal 1985": la stangata sul carrello della spesa

Primi segnali di un trend positivo: cala l'inflazione ma rimangono ancora molto elevati i costi sul carrello della spesa. Ecco i numeri dell'Istat e il commento delle principali associazioni di categoria

"Aumento più ampio dal 1985": la stangata sul carrello della spesa

La prima buona notizia dell'anno è che l'inflazione comincia a registrare un primo timido calo: l'Istat ha appena rilevato che nello scorso mese di dicembre ha fatto registrare un +11,6% (su base annua) rispetto al +11,8% del mese di novembre. Mensilmente c'è stato un aumento ma più contenuto del mese precedente (+0,3% a dicembre, +0,5% a novembre). "Nel 2022 i prezzi al consumo registrano una crescita in media d'anno di +8,1%, segnando l'aumento più ampio dal 1985 (quando fu a +9,2%) .L'inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,1%, ben più ampia di quella osservata per il 2022,quando fu pari a +1,8%", fa sapere l'Istituto Nazionale di Statistica.

Cosa succede sul carrello della spesa

Non siamo guariti ma da qualche parte si dovrà pur iniziare: questi primi miglioramenti fanno ben sperare in vista del 2023. Leggera frenata anche sui prezzi di beni alimentari così come per la cura della casa e della persona che hanno perso lo 0,1% scendendo dal +12,7% al +12,6% così come "quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +8,8% di novembre a +8,5%)". Nonostante questi lievi cali, i livelli si mantengono record come non si registrava dal lontano 1983.

La denuncia di Coldiretti

L'inversione di tendenza che si assiste con questi numeri non cancella l'attuale elevata inflazione ma soprattutto la spesa record che hanno sostenuto gli italiani nel 2022 per l'acquisto di cibi e bevande, quasi 13 miliardi in più rispetto all'anno precedente a causa "dell'effetto valanga dei rincari energetici e della dipendenza dall'estero, in un contesto di aumento dei costi dovuto alla guerra in Ucraina che fa soffrire l'intera filiera, dai campi alle tavole": è questa la denuncia della Coldiretti su dati Istat relativi all'inflazione a dicembre. L'aumento medio dei prezzi è pari al 9,1% rispetto all'anno precedente.

I prodotti più costosi

Fra i prodotti più costosti ma più acquistati dagli italiani, l'Associazione fa sapere al primo posto figura la verdura, al secondo posto "pane, pasta e riso" seguiti da "carne e salumi": è questo il podio dei rincari mentre, un gradino più sotto, la frutta precede il pesce che viene seguito da "latte, formaggi e uova" e da "olio, burro e grassi". Per far fronte al caro-prezzi, nel 2022 sono stati 8 italiani su 10 a fare spese più oculate con il 72% di loro a cambiare anche luogo di acquisto (discount) e l'83% a scegliere soprattutto quelli in offerta. Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, auspica che le risorse derivate dal Pnrr possano essere raddoppiate (da 5 a 10 miliardi) per l'intera filiera agroalimentare. "Abbiamo presentato tra l'altro - sottolinea Prandini -progetti di filiera per investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all'olio, dalla frutta alla verdura con più di 50 proposte e migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca coinvolti".

La spesa delle famiglie nel 2022

L'anno scorso, non c'è dubbio, è stato un'annata "horribilis": a causa degli aumenti su tutto, le famiglie italiane hanno sborsato ben 61,3 miliardi di euro in più rispetto al 2021 come ha fatto notare il Codacons dopo i dati sull'inflazione diffusi dall'Istat. "Un tasso annuo dell'8,1% si traduce, a parità di consumi, ad un maggiore esborso pari in media a +2.369 euro per la famiglia tipo, spesa che sale a +3.069 euro annui per un nucleo con due figli", spiega l'associazione. "Sono numeri da capogiro - ha dichiarato il presidente, Carlo Rienzi - che avranno ripercussioni pesanti nel 2023".

"Calo non sufficiente"

Le buone notizie di quest'oggi, però, non bastano a tirare un sospiro di sollievo a causa dei livelli elevatissimi del +11,6% su base annua, "il dato più alto degli ultimi 37 anni": è questo il parere di Assoutenti che commenta i dati Istat dalla voce del suo presidente, Furio Truzzi, non soddisfatto perché i prezzi al dettaglio sono ancora molto alti e "destinati a crescere ulteriormente nelle prossime settimane per effetto dello stop al taglio delle accise sui carburanti". Federdistribuzione crede invece che il trend inflattivo continuerà anche nella prima parte del 2023 mentre è più positiva l'analisi di Confesercenti che commenta il rallentamento dell'inflazione che si mantiene comunque su livelli elevati ma che è un segnale positivo nella chiusura del 2022.

"Le notizie sul fronte dei prezzi di gas ed elettricità in calo, inoltre, dovrebbero far ben sperare in un 2023 che inizia con il piede giusto ma senza facili ottimismi" a causa del caro-carburanti. Le premesse, comunque sembrano buone: "la stagione dei saldi appena iniziata ci permetterà, inoltre, di capire meglio se il clima di fiducia registrato di recente tenderà a consolidarsi".

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