Italia al pari della Francia per Pil pro capite: come ci siamo arrivati

Secondo le previsioni pubblicate dalla Commissione Europea, nel 2025 il gap con Parigi si è annullato (era del 10,1% nel 2020), mentre quello con Berlino si è dimezzato (dal 24,3% al 13,9%)

Italia al pari della Francia per Pil pro capite: come ci siamo arrivati
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Come può crescere il Pil pro capite in un Paese dove l’economia ristagna e la popolazione invecchia e diminuisce? È il paradosso italiano che emerge dalle previsioni di crescita dell’economia europea pubblicate nei giorni scorsi dalla Commissione Ue. Il Belpaese, pur crescendo meno di Francia e Germania, ha raggiunto l'esagono in termini di Pil pro capite a parità di potere d’acquisto, colmando un divario che fino a pochi anni fa sembrava strutturale.

Le previsioni

Secondo le previsioni pubblicate dalla Commissione Europea, nel 2025 il gap con Parigi si è annullato (era del 10,1% nel 2020), mentre quello con Berlino si è dimezzato (dal 24,3% al 13,9%). Anche il confronto con la media dell’Eurozona si è fatto meno penalizzante: dallo scarto del 10,7% registrato cinque anni fa, si è passati al 5,9% attuale. Una performance che sembra premiare l’Italia, ma che, letta in profondità, racconta un’altra storia.

Pil pro capite: cosa c’è dietro la crescita

Dietro questo apparente sorpasso non c’è un boom economico, bensì una combinazione di dinamiche occupazionali, fattori geografici e, soprattutto, l’impatto della crisi demografica. L’aumento dell’occupazione ha sicuramente avuto un ruolo, ma a influire in maniera decisiva è stata la distribuzione della popolazione italiana in aree dove il costo della vita è inferiore alla media europea. Secondo Carlo Altomonte, docente di economia politica alla Bocconi, vivere in piccoli centri o in zone periferiche — realtà molto diffuse in Italia — comporta un potere d’acquisto più elevato rispetto alle grandi aree urbane europee, incidendo positivamente sul calcolo del Pil pro capite.

Meno persone, Pil più alto

Ma il vero motore di questa “crescita” è un altro: la decrescita demografica. Se il prodotto interno lordo viene diviso per un numero minore di abitanti, il risultato sale. Non perché l’economia sia più forte, ma perché il denominatore dell’equazione si restringe. È un effetto matematico più che economico. L’Istat conferma che tra il 2000 e il 2024 la popolazione italiana è cresciuta appena del 3,6%, mentre negli ultimi anni ha iniziato a diminuire. Al contrario, Paesi come Francia e Spagna hanno attratto più giovani e più immigrati, mantenendo così alta la base demografica e rallentando la crescita del Pil pro capite, nonostante economie più solide.

Produttività ancora debole

Infine, guardando alla produttività del lavoro — misurata con il Pil per occupato — il quadro si fa più opaco. L’Italia mostra una contrazione del 5,8% negli ultimi cinque anni, mentre Germania e Francia hanno registrato un incremento a due cifre.

Eppure l’occupazione in Italia, nonostante la contrazione della popolazione attiva (15-64 anni), è cresciuta in linea con gli altri grandi Paesi. Questo significa che la ripresa del Pil pro capite non è accompagnata da un miglioramento della produttività, elemento essenziale per una crescita economica sana e duratura.

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