Btp a confronto, differenze e rendimenti: Valore, Più, Italia e Futura

Il Tesoro punta sulle famiglie per sostenere il debito: strumenti diversi, rendimenti crescenti e bonus fedeltà. Ma ogni titolo ha il suo profilo di rischio

Btp a confronto, differenze e rendimenti: Valore, Più, Italia e Futura
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Il Belpaese torna a fare affidamento sulla sua risorsa più solida: il risparmio delle famiglie. Con un debito pubblico tra i più elevati al mondo e la necessità di rinnovarlo ogni anno per centinaia di miliardi, il Tesoro ha deciso di coinvolgere direttamente i cittadini nel finanziamento dello Stato. Solo nel 2025, le emissioni lorde a medio e lungo termine saranno comprese tra 330 e 350 miliardi di euro. Per attrarre i risparmiatori, il Ministero dell’Economia ha costruito negli ultimi anni una serie di titoli “a misura di famiglia”: strumenti semplici, trasparenti, con rendimenti premianti e agevolazioni fiscali. Dai Btp Valore ai Btp Più, passando per Btp Italia e Btp Futura, la gamma dei titoli di Stato si è ampliata, offrendo soluzioni diverse a seconda delle esigenze.

Btp Valore

È il titolo del momento. Il nuovo Btp Valore, in collocamento fino al 24 ottobre. Si tratta della quinta emissione di una formula lanciata nel 2023 e pensata per garantire un rendimento stabile nel tempo. La durata è di sette anni e le cedole trimestrali aumentano progressivamente: 2,6% nei primi tre anni, 3,1% nei successivi due e 4% negli ultimi due. A rendere più appetibile il titolo c’è il premio fedeltà dello 0,8% per chi mantiene l’investimento fino alla scadenza del 28 ottobre 2032. Il rendimento medio lordo, pari a circa 3,26%, supera quello dei Btp tradizionali di pari durata. In più, non ci sono commissioni di collocamento, l’investimento è esente da imposta di successione e, fino a 50 mila euro, escluso dal calcolo Isee.

Btp Più

Chi preferisce tenersi aperta una via d’uscita trova una risposta nel Btp Più, emesso a febbraio 2025. È il primo titolo di Stato con una clausola di rimborso anticipato alla pari dopo quattro anni, a discrezione del risparmiatore. La durata complessiva è di otto anni e le cedole sono crescenti: 2,85% per i primi quattro anni, 3,7% per i successivi. Non c’è premio fedeltà, ma c’è la libertà di rientrare nel capitale senza perdite in conto capitale: una sorta di garanzia contro eventuali rialzi dei tassi.

Btp Italia

Il Btp Italia resta il titolo di Stato più noto e diffuso tra i piccoli risparmiatori. La sua forza è l’indicizzazione all’inflazione: sia il capitale sia le cedole (pagate ogni sei mesi) vengono aggiornati in base all’indice dei prezzi calcolato dall’Istat, al netto dei tabacchi. L’ultima emissione, a maggio 2024, ha raccolto 8,8 miliardi di euro, di cui 6,5 miliardi provenienti da investitori retail. È previsto anche un premio fedeltà dell’1% per chi mantiene il titolo fino alla scadenza. Con l’inflazione oggi attorno al 2%, il Btp Italia non punta tanto sul rendimento quanto sulla protezione reale del potere d’acquisto.

Btp Futura

Introdotto nel 2020 per finanziare la ripresa post-Covid, il Btp Futura è l’unico titolo di Stato dedicato esclusivamente ai risparmiatori privati. Si acquista tramite la piattaforma MOT di Borsa Italiana, con cedole fisse ma crescenti: 0,75% dal 1° al 4° anno, 1,35% dal 5° all’8° e 1,70% dal 9° al 12°.

Il vero tratto distintivo, però, è il premio fedeltà legato alla crescita del PIL: un bonus intermedio all’ottavo anno (0,4%–1,2%) e uno finale al dodicesimo (da 1,6% a un massimo del 4,8%), in base all’andamento dell’economia nazionale.

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