Ecco perché il caro benzina fa aumentare anche i prezzi degli alimentari

Nell'ultimo mese il costo della verdura fresca è salito del 20,1% su base annua, mentre la frutta è rincarata del 9,4% a causa degli incrementi del prezzo della verde

Ecco perché il caro benzina fa aumentare anche i prezzi degli alimentari
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Il prezzo della benzina è strettamente collegato a quello degli alimentari. Al 16 agosto 2023 il prezzo medio della verde in autostrada, al self-service, era di 2,019 euro al litro, in aumento di 0,002 centesimi se confrontato con le cifre al 15 agosto e di 0,035 euro rispetto a due settimane prima. Questo incremento importante ha causato una crescita dei costi di frutta e verdura che nell’ultimo mese sono aumentati rispettivamente del 20,1% e del 9,4% su base annua. Lo riporta Assoutenti che denuncia la necessità di un cambio di rotta. Ecco perché i prezzi alla pompa contribuiscono notevolmente a definire la spesa alimentare dei consumatori.

I fattori determinanti

Il prezzo degli alimentari è influenzato da molti fattori, come condizioni meteorologiche, domanda e offerta, politiche agricole e molto altro. Anche il costo della benzina contribuisce notevolmente a definire le tariffe di alcuni prodotti che i consumatori acquistano quotidianamente. Innanzitutto è importante considerare i costi di trasporto, infatti la maggior parte degli alimentari viene spostata dai fornitori ai punti vendita utilizzando veicoli che funzionano a carburante, come camion e furgoni. Nel momento in cui il prezzo della benzina aumenta, i costi di trasporto subiscono un incremento e possono gravare nei confronti dei consumatori attraverso prezzi più alti sugli alimentari. Inoltre l'agricoltura moderna spesso utilizza macchinari e veicoli che richiedono carburante. Un aumento dei costi della benzina può influenzare le spese operative degli agricoltori, che potrebbero essere costretti a incrementare i prezzi dei loro prodotti per coprire l’esborso.

I prodotti

Oltre a frutta e verdura l’associazione ricorda che, sulla base degli ultimi dati Istat riferiti all’inflazione, anche lo zucchero è salito del 43,3%, l'olio del 37,1%, patate e pomodori registrano rincari superiori al 25%, mentre riso, carote, cipolle, finocchi hanno subito un incremento nel prezzo di oltre il 23%. Anche albicocche e susine costano di più del 22%, i cavoli del 20,5%, le arance del 18,4%, gelati e latte conservato del 15%.

I rincari

Nel mese di agosto, a causa dei rialzi importanti dei carburanti alla pompa, erano state previste

delle ripercussioni sui prezzi al dettaglio dei prodotti trasportati. Le aspettative sono diventate realtà ed è stato dimostrato come l'andamento di benzina e gasolio abbia delle conseguenze sul portafoglio degli italiani.

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