Scuola, novità per docenti e personale Ata: dallo stipendio allo smart working. Cosa cambia

Scuola, novità per docenti e personale Ata: dallo stipendio allo smart working. Cosa cambia

Un accordo che riguarda oltre 1,2 milioni di dipendenti e prevede aumenti mensili tra i 124 euro per i docenti e i 190 euro per i direttori dei servizi generali e amministrativi, con la regolamentazione del lavoro a distanza. Sono i dati principali del nuovo contratto della scuola, definito a seguito dell'intesa raggiunta nei giorni scorsi presso l'Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (Aran) con le organizzazioni sindacali per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) Comparto Istruzione, Università e Ricerca, relativo al periodo 2019-2021. L’accordo vede inoltre riconosciuta al personale precario docente e amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata) una maggiore tutela e la fruizione di tre giorni di permesso remunerato per motivi personali o familiari. Vediamo i dettagli.

L’intesa in cifre

Ad essere interessati dall'intesa saranno 1.232.248 dipendenti, tra cui 1.154.993 dei settori scuola e Alta formazione artistica, musicale e coreutica (compresi i docenti) e 77.255 lavoratori del settore universitario e degli enti di ricerca (docenti esclusi). Il nuovo contratto prevede aumenti di stipendi medi mensili di 124,40 euro per gli insegnanti, di 197,50 euro per i direttori amministrativi e di 96,72 euro per il personale Ata. Tra le novità del contratto, anche la regolamentazione dell’attività non didattica a distanza dei docenti. Ma non solo: viene anche regolamentata l’attività dei tutor e degli orientatori, che verranno inquadrati con funzione professionale all’interno del comparto scuola.

La definizione del contratto è il risultato dell’accordo politico sottoscritto tra il ministro dell’Istruzione e del Merito, Valditara e i sindacati lo scorso 22 novembre che, oltre a rendere subito erogabili gli aumenti, mette a disposizione risorse finanziarie aggiuntive, stanziate dalla Legge di Bilancio 2022 all’interno del Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa (Fmof), pari a 300 milioni di euro.

Viene inoltre riconosciuto un ulteriore incremento stabile della Retribuzione professionale docenti (Rpd), per un valore rideterminato complessivo fra i 194,80 euro a 304,30 euro al mese, con un ulteriore incremento del Compenso individuale accessorio (Cia) per un valore rideterminato complessivo fra 79,40 euro e 87,50 euro. A ciò va aggiunto anche un incremento del 10% delle retribuzioni delle ore aggiuntive per i docenti, finanziato con il Fmof.

Novità anche per il personale Ata

Riconoscimenti importanti anche per il personale Ata, con il riordino delle aree relative al personale delle istituzioni scolastiche e opportunità di sviluppo professionale per circa 182.000 dipendenti. In quest’ottica, il contratto prevede di attivare gli sviluppi professionali verticali dal profilo A al profilo di Operatore, anche per favorire un’attività di assistenza qualificata per gli alunni con disabilità, utilizzando le risorse finanziarie contrattuali previste (pari a 36,9 milioni di euro annuali); si punta inoltre a semplificare le procedure per accedere alle posizioni economiche, attraverso un percorso più veloce di formazione e valutazione per l’inserimento in graduatoria, valida tre anni.

A questo scopo viene previsto lo stanziamento di risorse finanziarie aggiuntive. A fronte di una situazione attuale, che vede l’attribuzione di 56.103 posizioni economiche per un valore di 66.944.857,50 euro lordo Stato (cioè la somma del compenso “lordo dipendente” e degli oneri a carico dell'Amministrazione), per 13 mensilità, sono state rese disponibili risorse aggiuntive per finanziare l’attribuzione di ulteriori posizioni economiche ed eventuali rivalutazioni economiche pari a 72.031.852,50 euro lordo Stato.

Prevista anche l’istituzione di un nuovo ordinamento dei profili professionali che consentirà di valorizzare il personale Ata e le figure apicali dei Direttori dei Servizi generali e amministrativi (Dsga) attraverso una nuova area di funzionari, ai quali sarà possibile attribuire un incarico triennale di “elevata qualificazione professionale” (con un incremento della retribuzione di 60 euro mensili); verrebbe inoltre eliminata l’area C (finora mai utilizzata) e prevista, in fase transitoria, la stabilizzazione in quest’area degli attuali assistenti amministrativi facenti funzione, che abbiano svolto per almeno tre anni il ruolo di Dsga nelle scuole, tramite procedure selettive riservate, mentre gli attuali Dsga di ruolo manterrebbero il diritto ad un incarico di elevata qualificazione.

Una tantum docenti e Ata, con arretrati

Grazie all’emolumento una tantum per gli statali, ovvero il Bonus per i dipendenti pubblici introdotto dalla Legge di Bilancio 2023 per il periodo che va dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023, con la busta paga di luglio docenti e Ata vedranno un importante aumento dello stipendio. Nel dettaglio, insegnanti, dirigenti scolastici, personale amministrativo, tecnico e ausiliario e lavoratori della scuola potranno godere di un incremento che oscilla tra un minimo di 182 euro e un massimo di 365 euro lordi, comprendenti anche gli arretrati.

L’una tantum per i dipendenti della Pubblica Amministrazione viene concessa per 13 mensilità, con un importo pari all’1,5% dello stipendio, quindi variabile in base a comparti, figure professionali e anzianità di servizio. Per quanto riguarda il comparto scuola, l’importo varia all’incirca fra i 20 e i 52 euro al mese lordi, con una media di circa 35 euro. Accreditato sul cedolino di luglio, (con gli arretrati da gennaio a giugno 2023), l’emolumento accessorio continuerà poi ad essere erogato fino a dicembre 2023.

Un ulteriore incremento degli stipendi di docenti e Ata a luglio 2023 sarà costituito, inoltre, dal Bonus lavoratori dipendenti, istituito dal Decreto lavoro. Grazie al taglio del cuneo fiscale, infatti, dal 1° luglio 2023 l’esonero contributivo per i lavoratori dipendenti pubblici e privati, in vigore dal 1° gennaio 2023, sale dal 2 al 6% per i redditi fino a 35.000 euro e dal 3 al 7% per i redditi fino a 25.000 euro. L’applicazione dell’aumento di 4 punti percentuali dell’esonero sui contributi previdenziali per invalidità, vecchiaia e superstiti (IVS) verrà applicato fino al 31 dicembre 2023.

All’assistente tecnico del primo ciclo utilizzato su più sedi è inoltre riconosciuta un’indennità di disagio, a carico delle risorse del Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, il cui importo varia da un minimo di 350 euro ed un massimo di 800 euro annui lordi, tenendo conto del numero di scuole affidate e della distanza media tra le stesse.

I contenuti dell’accordo e le tabelle complete sul sito aranagenzia.it

Permessi

Tra le novità previste dall’intesa anche il riconoscimento dei giorni di permesso per il personale a tempo determinato, con ulteriori 48 milioni di euro da destinare allo scopo. Misura estesa a circa 200 mila precari, fra Ata e corpo docente. Gli insegnanti avranno diritto (previa domanda al dirigente scolastico) a 3 giorni di permesso per anno scolastico e, una volta fruiti i 3 giorni, a 6 giorni di ferie durante i periodi di attività. Il personale Ata potrà disporre di 18 ore di permesso retribuito nell’anno scolastico, per motivi personali o familiari, da documentare anche tramite autocertificazione.

Lavoro a distanza

Anche il lavoro a distanza è stato regolato dal nuovo contratto, prevedendo due diverse modalità: lavoro agile e lavoro da remoto.

Lavoro agile. Per questa tipologia ci sarà un accordo specifico fra le parti e le attività di lavoro saranno svolte senza vincoli di orario precisi o un preciso luogo di lavoro. Il dipendente conserverà diritti e obblighi derivanti dal rapporto di lavoro in presenza, incluso il diritto ad un trattamento economico non inferiore a quello dei lavoratori che svolgono le stesse mansioni esclusivamente all’interno dell’amministrazione, così come le opportunità rispetto a progressioni di carriera, economiche, incentivazione della qualità della prestazione e iniziative formative previste per tutti i dipendenti che prestano attività lavorativa in presenza.

Lavoro da remoto.

Realizzabile con l’ausilio di dispositivi, questa tipologia è soggetta a vincolo di tempo e può essere svolta come telelavoro domiciliare, che comporta la prestazione dell’attività lavorativa dal domicilio del dipendente o da altro luogo idoneo concordato con l’amministrazione; il lavoratore è soggetto agli stessi obblighi derivanti dallo svolgimento della prestazione lavorativa presso la sede dell’ufficio, con particolare riferimento al rispetto delle disposizioni in materia di orario di lavoro. Sono però garantiti tutti i diritti previsti dalle disposizioni legislative e contrattuali per il lavoro svolto in ufficio, con particolare riferimento a riposi, permessi orari, pause e trattamento economico.

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