
Roberto Pietrantonio, napoletano, classe 1969, ingegnere, dal 2003 in Mazda Motor Italia, di cui è diventato nel 2016 amministratore delegato, il 6 giugno scorso è stato nominato presidente per il triennio al 2028 di Unrae, l’associazione che raggruppa i costruttori esteri di veicoli in Italia. In questa intervista al Giornale espone i punti principali del suo programma, in particolare di dare più forza all’unità d’intenti con le altre associazioni del settore automotive; lancia un messaggio a Stellantis, tuttora fuori da Unrae; considera un importante stimolo quello portato dai big cinesi entrati a far parte della famiglia associativa; guarda al presente e al futuro nel segno della neutralità tecnologica; quindi, indica alle istituzioni quali sono le strade da percorrere per il bene del comparto e del mercato. Non manca il ringraziamento al suo predecessore, Michele Crisci, nominato dall’assemblea presidente onorario di Unrae.
Ovviamente la nostra chiacchierata inizia dal fatto più importante degli ultimi giorni: le dimissioni di Luca De Meo, dalla guida del gruppo Renault, che Pietrantonio definisce come “la perdita di una figura di riferimento del settore automotive in Europa”. “De Meo – aggiunge – è una persona che ha dato un contributo enorme con il suo saper fare, la sua brillantezza dal punto di vista della comunicazione. Pensare, adesso, che andrà a operare in un altro settore è di certo una perdita per il mondo dell’auto”.
Presidente, da parte di De Meo ci sarebbe la ricerca di nuovi stimoli oppure assistiamo a una sorta di “fuga” vista la situazione di tensioni, estrema incertezza e di caos in Europa?
“Lo dovremmo chiedere a lui. È vero che la situazione attuale è particolarmente complessa. L’Europa è da un po’ di anni un’area continentale dove è difficile fare business. E oggi lo è stabilmente”.
La presidenza Pietrantonio di Unrae vede la presenza massiccia, nell’associazione, dei costruttori cinesi.
“Alcuni erano entrati nel recente passato e ci sono nuovi ingressi. Per Unrae è una buona notizia. È evidente che nel mercato europeo si assiste all’ingresso in pompa magna, con l’abito buono, di molti marchi che arrivano proprio dall’Est asiatico, in particolare dalla Cina. Per abito buono intendo dire che sono presenti con prodotti e tecnologie interessanti nonché una buona dose di aggressività commerciale. Per quello che riguarda Unrae, annoverare questi nuovi attori nella associazione è un segnale di vitalità. Inoltre, ci dà la possibilità di essere più rappresentativi sul mercato, considerando che questi marchi stanno rapidamente conquistando nuove quote. Personalmente, penso che avere nuovi attori, stimoli un po’ la competizione e favorisca i consumatori che hanno bisogno di avere buone notizie ed essere rasserenati. Portano uno stimolo a ragionare in maniera differente, generando un circolo virtuoso. Sono entrati Byd, Mg e Omoda-Jaecoo”.
Come sono stati accolti i cinesi dai colleghi occidentali?
“Bene. C’è stata la presentazione di alcuni di essi proprio in occasione della recente assemblea generale dei soci e dell’ultimo consiglio direttivo”.
E ora non vi resta che fare entrare Stellantis nella famiglia Unrae.
“Sarebbe bello. Allo stato attuale, considerando le difficoltà che persistono nel mondo automotive, qualsiasi tipo di separazione ai tavoli istituzionali ci rende meno forti. Abbiamo citato Stellantis, ma per me presentarsi compatti e uniti con tutte le altre associazioni aumenta le possibilità che le istanze che presentiamo possano essere prese in considerazione e risolte in qualche modo”.
Quindi, unità di intenti con tutte le altre associazioni è la parola d’ordine della presidenza Pietrantonio?
“Assolutamente sì. Ho ricevuto bellissimi messaggi dai rappresentanti di queste associazioni e siamo propensi a vederci nel più breve tempo possibile. In questa fase iniziale, molto impegnativa, devo costruire una rete di connessioni che nel lavoro abituale non ho attiva. Quello di presidente di Unrae è un incarico che ho preso con grande senso di responsabilità vista l’importanza che il settore ha nel contesto economico e della cultura del Paese. Ho percepito dai miei interlocutori la voglia - vera - di attivare questi contatti”.
Neutralità tecnologica? Pluralità tecnologica?
“La neutralità tecnologica è all’interno del Position paper di Unrae e continueremo a portarla avanti. Le stanze comuni sono tante e andremo a lavorare in quella direzione”.
I big cinesi dell’auto si sono uniti a quelli giapponesi, coreani, europei e americani. L’offerta per i consumatori è diventata veramente globale.
“Il tutto rientra in una sana competizione di stimolo per gli attori del settore e favorevole per i consumatori che troppo poco sono stati presi in considerazione nelle discussioni attorno all’auto degli ultimi anni. Unrae, del resto, nasce 75 anni fa proprio con l’obiettivo di agevolare le case automobilistiche estere a inserirsi nel mercato italiano, un obiettivo sicuramente raggiunto. Vogliamo raccontare l’auto sotto una luce positiva e con modalità positive”.
Unrae e il “Tavolo automotive” voluto da ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
“A breve avrò degli incontri per presentarmi e conoscere gli interlocutori. I rapporti di collaborazione con Unrae sono positivi, c’è un buon dialogo con il ministero delle Imprese e del Made in Italy come con il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Ora bisogna trovare il modo per essere più efficaci e portare su questi tavoli istanze e tematiche che sono inevitabilmente complesse, le stesse che noi dovremo essere bravi a renderle più semplici, adottando un linguaggio al passo con i tempi. Le decisioni politiche, del resto, vengono fatte anche sulla base della comunicabilità e dell’utilizzo dei social media. E tutto questo mantenendo la verticalità che caratterizza Unrae e l’autorevolezza delle analisi. No a slogan e ideologie”.
Dal suo predecessore Michele Crisci ritiene di aver ricevuto un testimone troppo sbilanciato sulla visione elettrica?
“Crisci mi ha lasciato una bellissima eredità, soprattutto guardando all’atmosfera all’interno di Unrae. Sono convinto che, quando in una associazione c’è un’atmosfera cordiale e collaborativa, tutto ciò arriva all’esterno e rende più facile l’interazione con gli interlocutori esterni, che siano associazioni, tavoli istituzionali e gli stessi consumatori. Crisci, ora nostro presidente onorario, mi vedrà agire nel solco della continuità. Nel Position paper di Unrae la neutralità tecnologica resta alla base e questo, nel percorso della transizione che ha definito l’Ue, è fondamentale. Bisogna adottare le tecnologie adeguate per i clienti allo scopo di rinnovare il parco circolate e avere un impatto reale sull’ambiente. C’è una strada verso l’elettrificazione. Per tempi fissati dalla Commissione Ue, si andrà a vedere quanto siano realistici o meno”.
E se lei dovesse incontrare il premier Giorgia Meloni?
“Le chiederei di cercare di mettere assieme tutti i tavoli allo scopo di creare una visione strategica dell’automotive in Italia. Negli ultimi anni, e non mi riferisco solo a questo governo, si sono prese decisioni un po’ estemporanee e non figlie di una strategia verso il comparto, il mercato e la parte industriale del settore. Al premier Meloni chiederei di definire un percorso strategico e una giusta narrativa attorno all’auto, di prendere decisioni semplici da attuare, tempestive e coordinate tra i vari ministeri. Annunciare l’arrivo di incentivi con largo anticipo, rispetto alla messa in esecuzione, crea isterismi e stop and go che non fanno bene a nessuno. Occorre una reale pianificazione. Nel dialogo che continueremo ad avere con le istituzioni avremo modo di insistere su questi punti, cercando di dare il nostro contributo. Nel Position paper di Unrae la visione è chiara e dobbiamo essere bravi a farla passare nel modo migliore possibile”.
E se si trovasse nell’ufficio di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, a Bruxelles?
“Le direi questo: il percorso verso il 2035 deve essere realistico. Che occorre avere coerenza tra obiettivi ambientali, strumenti normativi, fiscali e infrastrutturali. E di cercare di raggiungere questi obiettivi con pragmatismo. Se andiamo a verificare la velocità di elettrificazione in Europa, dove l’Italia gioca un ruolo quasi da caso studio, essendo i più lenti in assoluto, pensare di arrivare al 2035 come si era programmato qualche anno fa, oggi potrebbe essere complesso. È anche vero che le tecnologie che stanno proponendo i costruttori viaggiano a una velocità incredibile, per cui non voglio escludere che nascano soluzioni che mettano in difficoltà i decisori e che aiutino ancora più rapidamente ad affrontare l’iter verso la neutralità”.
Il “Position paper” di Unrae ovviamente evolve.
“Il Position paper è un’evoluzione del testo già pubblicato. I capisaldi restano quelli come sul fringe benefit. Si va ora a lavorare su quei punti dove non siamo mai riusciti a portare a casa risultati e riteniamo importanti per lo svecchiamento del parco circolante.
Ci sono temi su sicurezza, inquinamento e climalteranti. Continuiamo con coerenza a portare avanti le posizioni di Unrae, andando a cercare - tra queste - tutte le istanze comuni con le altre associazioni al fine di giungere a un lavoro condiviso”.