Citylife Con la variante del Comune, la torre storta diventerà un hotel

Appartamenti e camere di hotel al posto degli uffici nella torre «sbilenca» che l’archistar statunitense Daniel Libeskind firmerà nel nuovo quartiere di Citylife. È questo lo scenario che si profila con la nuova mini-variante al piano integrato di intervento che il Comune di Milano sta mettendo a punto con la cordata di immobiliaristi che nel 2004 si aggiudicò la gara per la riqualificazione urbanistica del quartiere, dove un tempo sorgeva la Fiera campionaria. Senza toccare né i volumi né le quote stabilite per le singole funzioni, il documento dovrebbe garantire una maggiore flessibilità nelle destinazioni d’uso, alla luce anche dei mutati orientamenti del mercato immobiliare. La società ha già espresso diverse volte l’intenzione di accettare l’offerta di una grande catena alberghiera che vorrebbe creare nel grattacielo un combo-hotel, un albergo con una quota di appartamenti che possano usufruire anche dei servizi offerti dalla struttura. Una combinazione che va già molto di moda all’estero.
La torre di Libeskind, finita agli onori delle cronache per le critiche del premier Silvio Berlusconi al suo profilo storto, è infatti destinata al momento a ospitare funzioni di terziario: con la nuova variante potrebbe accogliere anche residenze o un hotel. L’atto di modifica al piano integrato di intervento dovrebbe inoltre dirimere definitivamente l’annosa diatriba sulla monetizzazione degli standard, che vede Citylife impegnata sia davanti al consiglio di Stato contro una sentenza del Tar della Lombardia che ha parzialmente accolto il ricorso dei comitati di residenti, sia davanti al tribunale amministrativo contro una determina del Comune che due anni fa ha aumentato di 6,5 milioni di euro le spese a carico dell’impresa. I legali di Citylife, d’intesa con l’amministrazione comunale, hanno chiesto il rinvio dell’udienza per questo secondo contenzioso, già fissata per l’11 marzo, in attesa di perferzionare la nuova variante urbanistica.

Il «risarcimento» al Comune nasce dai ricorsi dei comitati dei residenti, che qualche mese fa sono stati tutti e tre bocciati, salvo uno limitatamente alla parte che rimette in discussione i soldi che Citylife aveva concordato di versare al Comune per compensare l'insufficienza di aree verdi rispetto alla volumetria. Il Tar ha dato ragione ai cittadini deliberando una maggiorazione di sedici milioni a carico di Citylife, da versare alle casse dell’amministrazione.

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