Clandestinità, Consulta: "Aggravante legittima"

La Corte Costituzionale boccia i ricorsi presentati dal tribunale di Livorno, da quello di Ferrara e da quello di Latina al dl sicurezza: inammissibili. L'aggravante di clandestinità va contestata agli immigrati che delinquono. E' una sentenza che "anticipa" il giudizio sul reato di clandestinità

Clandestinità, Consulta: "Aggravante legittima"

Roma - L'aggravante di cladestinità è legittima. E le questioni di costituzionalità sollevate da diversi tribunali sull’aggravante di clandestinità, introdotta dal decreto legge sicurezza nel maggio 2008, hanno ricevuto un primo stop dalla Corte Costituzionale. La Consulta ha infatti deciso per l’inammissibilità del ricorso sollevato dal tribunale di Livorno e per la restituzione atti di altri due ricorsi dei giudici di Ferrara e Latina. La decisione è stata presa dalla Consulta in una camera di consiglio della scorsa settimana (quando è stato bocciato il lodo Alfano) e sarà contenuta in un’ordinanza che verrà depositata probabilmente la prossima settimana.

Aggravante legittima Seppure circoscritta all’aumento delle pene fino a un terzo per gli immigrati irregolari che delinquono, la legittimità dell’aggravante di clandestinità veniva ritenuta, negli ambienti della maggioranza di governo, un banco di prova anticipato anche per quanto riguarda la valutazione della Consulta sul reato di clandestinità, introdotto la scorsa estate dal ddl sicurezza. La Corte Costituzionale (giudice relatore Gaetano Silvestri) nel decidere per l’inammissibilità e per la restituzione atti dei ricorsi, di fatto non li analizzati nel merito, ma si è fermata prima: la questione sollevata dal tribunale di Livorno sarebbe stata ritenuta dalla Consulta mal posta, vale a dire non sufficientemente motivata sulla rilevanza; per quanto riguarda gli altri due ricorsi di Ferrara e Latina, la Corte li avrebbe restituiti dal momento che, circa un anno dopo l’aggravante di clandestinità, è entrata in vigore un’altra norma, l’articolo 10 bis che punisce con ammende fino a 10mila euro chi si trova illegalmente senza permesso nel territorio italiano. Proprio alla luce dell’introduzione del reato clandestinità, la Corte Costituzionale ha pertanto deciso di rispedire indietro i ricorsi affinchè i giudici di Ferrara e Latina valutino se, in seguito alle ultime modifiche legislative, sussistano ancora i requisiti per considerare rilevante la censura di legittimità delle nuove norme sull’immigrazione.

Sul reato la sentenza slitta Per conoscere il pronunciamento definitivo della Corte sulla legittimità di una delle misure più importanti contenute nel pacchetto sicurezza del governo bisognerà attendere la decisione nel merito dei ricorsi sul reato di clandestinità: una delle prime questioni di legittimità è stata sollevata dal giudice di Torino Alberto Polotti di Zumaglia, che ha così accolto la richiesta della procura guidata da Giancarlo Caselli nel corso di un processo a un giardiniere egiziano

irregolare. Il ricorso - in cui si chiede alla Corte di verificare innanzitutto la "ragionevolezza" della norma - non è stato ancora iscritto al ruolo delle cause che i giudici costituzionali dovranno affrontare a breve. 

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