In classe con il pass magnetico stile «grande fratello»

Chi ha cominciato a frequentare le medie e le superiori nel terzo millennio è stato senza dubbio più fortunato rispetto ai «secchioni» che negli Anni Sessanta dovevano mandare a memoria i classici e, magari, recitarli pure in metrica. Nelle aule dei licei si sono cominciati a vedere sorrisini compiaciuti e beffardi grazie agli «aiutini» derivanti da microcalcolatrici, cellulari e palmari di ultima generazione che funzionano meglio della Treccani per consultazioni in tempo reale e al riparo dalle occhiate severe della “prof” di turno. Ma la tecnologia è come il nucleare; o come tutte le altre scoperte fatte dal genere umano: dipende dall’uso che se ne fa. Ora, appunto, proprio da Roma prende piede una sperimentazione della tecnologia applicata alla scuola che si ritorce contro gli studenti e che fa rimpiangere i “bei tempi passati” quando era possibile entrare alla terza ora per evitare l’interrogazione di letteratura greca o, addirittura, marinare la scuola senza che se ne accorgessero a casa.
Il «grande fratello», insomma, incombe anche sul destino degli studenti e si materializza in una sorta di “school pass”, che funziona come le tessere magnetiche sugli impianti di risalita delle piste da sci: passi e il chip registra presenza e ora di entrata. Dunque anche eventuali ritardi. Questa “diavoleria” che non lascia scampo potrebbe sbarcare già dal prossimo anno al liceo classico Aristofane, nel quartiere della Bufalotta, dove gli studenti ora hanno già un badge dove si registrano i ritardi. Per realizzare tutto ciò c’è bisogno di tornelli virtuali all’entrata della scuola e studenti dotati di chip identificativi. Sono diverse le scuole di tutta Italia che chiedono, alle ditte, informazioni sui nuovi rilevatori e sulla loro efficacia. Il sistema, con identificazione a radiofrequenza (Rfid), permette di rilevare lo studente attraverso un’antenna capace di leggere un chip digitale inserito in una tessera o su un qualsiasi oggetto che il ragazzo porta con sé. «Servirebbe a snellire tante procedure - ha spiegato il preside del liceo Aristofane, Rosario Salone - Abbiamo intenzione di installarlo. Dipenderà dai costi, noi ci stiamo pensando. Vedremo se la scuola troverà le risorse dal proprio bilancio, comunque a maggio prenderemo una decisione nel collegio dei docenti». Nell’istituto, uno dei più innovativi della Capitale, gli alunni (1.100 in tutto) sono già dotati di un badge dove, all’entrata della scuola, registrano i ritardi alla prima ora di lezione. Dopo aver effettuato la “strisciata” in un lettore all’ingresso, lo studente “fuori orario” stampa una sorta di certificato del ritardo, che viene portato in classe dal docente e ne permette l’entrata. Ma anche carta e penna sono ormai in via di estinzione.

Anche al Newton e al De Sanctis sono spuntati i registri elettronici: piccoli computer palmari con la possibilità di registrare voti e assenze degli alunni, informando i genitori in tempo reale con un sms, o su internet digitando una password.

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