Denuncia lo strano clima che «si sta vivendo in questo Paese da qualche tempo a questa parte» e di cui la Liguria avrebbe fatto le spese per la questione Carlo Felice e sulla legge che sancisce il ritorno del nucleare in Italia. Claudio Burlando tira fuori gli artigli e accusa il centrodestra di scarsa sensibilità istituzionale, partendo proprio dalla vicenda del teatro lirico di Genova sulla quale ieri si era acceso lo scontro tra il sindaco Marta Vincenzi e i deputati liguri del Pdl Michele Scandroglio e Roberto Cassinelli. «Questa mattina (ieri per chi legge ndr) avrei dovuto portare in giunta la nomina del nuovo membro nel consiglio di amministrazione. Abbiamo dovuto cambiare il tema della discussione affrontando il prolungamento di commissariamento - racconta Burlando -. Qui non si tratta solo di un problema di metodi ma di una mancanza di sensibilità istituzionale. La cosa ancora più grave è che lannuncio sia stato dato da esponenti del partito di maggioranza senza che il ministro si sia occupato di contattare presidente della Regione e sindaco per comunicargli la decisione presa».
Burlando riconduce tutto alla campagna elettorale, sulla stessa linea con la quale si era esposta Marta Vincenzi due giorni fa quando spiegava che loperazione Ferrazza era da ricondursi a un gioco politico di «una destra che vuole colpire la cultura di questo Paese». «Lei ha parlato di schiaffo alla città, io parlo di atto ostile, ma la sostanza non cambia». Il presidente ha come obiettivo il ministro dei Beni e della Attività culturali Sandro Bondi che nei mesi scorsi aveva chiesto alla Regione un contributo economico per aiutare il teatro ad uscire nellimpasse in cui si trova: «Contributo che abbiamo concesso, anche se avremmo potuto utilizzare i fondi per attività sociali e o per la sanità. Dal punto di vista politico non è legittimo da parte del ministero chiedere la collaborazione della Regione quando cè bisogno di soldi e poi fare apprendere da un comunicato di un deputato del Pdl, e non delle istituzioni, una decisione come questa». Al di là del metodo, la scelta è ostile: «la data di scadenza del mandato, la prossima primavera, sembra scelta apposta per tenere una posizione di forza fino alle elezioni regionali».
Atto ostile, come quello di Confidustria che ieri aveva fatto considerazioni sulla scelta della Regione di ricorrere alla Corte Costituzionale contro la legge sul nucleare: «Confindustria deve ancora ringraziarmi per aver portato avanti master che preparano giovani al nucleare- spiega -. Ciò che contesto è una legge che vuole stabilire dove creare centrali, non solo nucleari, senza avere il parere delle Regioni? Credete che sia possibile una cosa del genere?».
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