Clooney, Sofia Coppola e Julia Roberts fanno ciak nel Belpaese

RomaFantastici, questi americani. Si mettono a giocare col Belpaese come i pupi con il puzzle dello Stivale e piazzano, un po’ qui, un po lì, le tessere d’un mosaico fatto di cinema e ciak. Quest’estate è tutto un ribollir di riprese Usa, dal Lazio (con Roma in testa) alla Calabria, «che non è solo ’ndrangheta» (parola del governatore locale, Agazio Loiero); dal Veneto delle vigne e dei balconi (con Verona superstar) alla Toscana, scorrazzando tra la Lombardia della «madunina» e la Sicilia arcana. Per tacere dell’Abruzzo, in aprile colpito dal sisma e a settembre, ciak!, set per George Clooney, il bello del momento, che flirta con la Canalis, a sigillo italoamericano sul rapporto socioeconomico tra le due nazioni. E in giorni in cui la politica sembra dividere il Bel Paese con presunte rinascenti questioni meridionali, gli hollywooditi lo «riunificano» tornando alla grande con le loro macchine da presa sul suolo italico.
C’è da dire che le nostre città, i nostri borghi, ogni più celato anfratto delle nostre coste, offrono scenari medievali, rinascimentali e barocchi da levare il senno a ogni yankee postmoderno. E il dollaro è così in ribasso, che venire nel «paese dei limoni» (Goethe) conviene. «Gli americani erano andati via, per i prezzi spaventosi di alberghi e ristoranti», commenta Deborah Young, critico numero uno dello Hollywood Reporter. «Se prima i produttori Usa si rifugiavano nei paesi dell’Est, meno costosi, ora torna il feeling. E poi, ci sono nomi, come quello di Clooney, capaci di superare il problema dei soldi. Angeli e demoni si poteva girare solo a Roma: l’Italia resta sfondo ideale».
E se la Finanza ha chiuso i simboli romani della dolce vita, in odore di malavita, Milano attira Sofia Coppola, figlia di Francis Ford. La regista, neomamma di Romy, vi girerà Somewhere (Da qualche parte), commedia agrodolce da lei sceneggiata e prodotta dalla Zoetrope di famiglia. La storia: un attore (Stephen Dorff) vive in un lussuoso albergo (l’iconico «Chateau Marmont» di Los Angeles, dov’è morto John Belushi e dove, in queste ore, gira la figlia d’arte), sfinendosi di sesso e droga, finché non arriva la trascurata figlioletta undicenne (Elle Fanning, sorellina di Dakota) a ristabilire le priorità. Ancora un hotel di prestigio, per Sofia (Lost in Traslation si ambientava al Park Hyatt di Tokyo), che, un occhio all’amicizia con Armani e uno al cineturismo, farà fruttare l’immagine della capitale morale. Anche grazie a Laura Chiatti, nel cast, con Simona Ventura e a Nino Frassica, starring di se stessi durante i Telegatti. Un cammeo di Benicio del Toro sarà la ciliegina sulla torta.
Roma si riprende la scena con Julia Roberts, che a Ferragosto plana per girare Eat, Pray, Love (Mangia, prega, ama. Una donna cerca la felicità, s’intitola il libro di Elizabeth Gilbert, edito da Rizzoli, da cui viene il dramedy, un po’ dramma, un po’ commedia), diretta da Ryan Murphy (lo stesso di Erin Bronkovich, sempre con la Pretty Woman). Come moglie americana, in crisi di coppia, Julia scoprirà l’arte del piacere e del cibo nella Città Eterna, ingrassando 12 chili, mentre cerca di capire chi è, veramente, tra Bali, Roma e New York. Produce Brad Pitt, che di femmine folli se ne intende: dovrebbe essere un successo.
Ma è George Clooney il più italiano degli americani: villa sul Lago di Como, Elisabetta al seguito, la celebrità a settembre girerà e produrrà, tra Villa S. Giovanni (Teramo) e Roma, A very private gentleman (dal romanzo di Martin Booth), come fotografo-killer, che in un villaggio abruzzese troverà pace, mentre il suo passato lo tormenta. Regia del tedesco Anton Corbin. «L’unico modo in cui aiutare gli abruzzesi a rientrare nelle case, è usare il mio nome per destare attenzione», ha detto. Bravo.
Alle Eolie Kevin Kostner a settembre verrà diretto da Kevin Reynolds nella commedia Learning Italian. A imparare l’italiano sarà lui, agente Cia, a Lipari per dimenticare i suoi pasticci e presto cotto d’una bellezza locale. Va nella Locride il teutone Wim Wenders, tra Crotone, Badolato e Riace a fine agosto per Il volo in 3D, storia d’un bambino e del suo sindaco (Ben Gazzara, nato a Canicattì) alle prese con un paese spopolato, che gli immigrati salveranno. Qui gli Usa c’entrano solo perché Wenders è un po’ americano.

Ci vorranno le Letters to Juliet di Gary Winick a far risalire le troupes nel Veneto, dove, tra Verona e Soave, una giovane coppia (Amanda Seyfried, vista in Mamma mia! e Gael Garcia Bernal) fugge dalla Grande Mela, trovando ristoro sotto il balcone di Giulietta. Ma il ritrovamento di una lettera d’amore li spingerà in un turbine di avventure. E la storia ricomincia in Toscana, dove le star, film o non film, comprano ogni zolla.

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