Per un collegio di lenticchie

Ma se non si fa politica col risentimento - d’accordo ­ allora diteci che cosa dovremmo fare della dignità e della semplice decenza. Uno si alza la mattina e scopre che Bobo Craxi e Chiara Moroni passeranno a sinistra: e parliamo di due orfani professionali, due ragazzi ripescati personalmente da Silvio Berlusconi in ossequio alla memoria dei padri, due ragazzi che da soli non sarebbero riusciti a sfondare in politica neppure in dieci vite, brave personcine che furono pietosamente omaggiate di un collegio in quanto simboli mica del socialismo ­ fateci il piacere ­ ma della violenza che spazzò il buono e il cattivo di coloro che li misero al mondo e lavò il tessuto di una Repubblica sino a ridurla in cencio. E ora bussano alla porta di servizio di chi? Degli scippatori del socialismo europeo, coloro a cui non parvero bastare neppure un suicidio e una latitanza: per un collegio di lenticchie svendono la primogenitura e annegano le antiche lacrime nell’oceano dell’Unione. Salutateci Di Pietro e Violante.

Oh, certo, è per «ricostruire l’unità socialista» e naturalmente «in un rapporto di parità coi Ds». Come no, ci crediamo tutti. Diceva sgradevolmente Rino Formica: «La politica è sangue e merda». Ma se del sangue non v’è più traccia, che cosa rimane?

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