«Combattere la solitudine con una lenta pazienza»

«Quando mi hanno interrogato sull’emergenza per questo progetto, ho pensato che gli artisti possono andare vicino ai nodi scoperti della società magari più di tante parole e incontri. Sto lavorando sull’emozione della complessità, intorno a un testo che tocca la droga, la solitudine della donna, la pazzia, argomenti che mi sembrano le vere emergenze di questa società. Il ciclo di film che abbiamo preparato, In/differenti, riguarda proprio queste grandi questioni, la sessualità, l’indifferenza e le difficoltà ad accettare il diverso. Il mio personale concetto di emergenza in effetti è questa solitudine, lo stato in cui si viene lasciati quando si è distanti dal meccanismo “emergente”. Non credo che a Milano o nelle grandi città sia più sentita che da altre parti. Questa solitudine è un tema della modernità.

Come soluzione possibile vedo soltanto la pazienza: una grande, lenta pazienza verso gli anziani, verso chi è diverso da noi. Una pazienza che non sia dettata dal senso di colpa, che fa mettere una pezza effimera al problema, ma che sia una reale mano tesa, che duri nel tempo e a lungo».

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