«Sto cominciando a essere seriamente preoccupato per il mio bambino, trenta giorni per un bambino di 18 mesi sono tanti: langoscia, la paura, la mancanza del suo ambiente. È unetà in cui i bambini cominciano a costruirsi unidentità: ogni giorno che passa sono sempre più preoccupato». Stanco, provato, visibilmente commosso. Paolo Onofri, il padre del piccolo Tommaso, è apparso così ieri. Il papà di Tommy, comunque, non perde le speranze. Anzi, le ripone tutte nella prossima domenica. «Un giorno magico per Tommaso - ha confidato ai cronisti - il 2 aprile dello scorso anno è stato battezzato, ed è stato il giorno in cui è morto Giovanni Paolo II», il Papa a cui Tommy «era molto legato». «Lunica cosa che voglio, fosse anche lunica cosa che faccio per il resto della mia vita - ha proseguito luomo - è portare a casa mia figlio». Onofri, poi, è tornato a parlare delle ipotesi che continuano a fioccare su un rapimento che, ancora, non trova un movente.
«Non so se la pista del riciclaggio sia valida - ha spiegato - era una voce già circolata ma che non riguarda me». Una pista, quella del riciclaggio, che secondo Onofri non ha rapporti con il suo lavoro alla Poste: «I soldi che ho li conoscete anche voi, li avete scritti sui giornali, non ce ne sono altri».«Comincio ad avere paura per mio figlio»
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