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L'arte contemporanea entra nella campagna elettorale di Firenze

Firenze vive la sua "Florence Art Week" come se si trattasse del duello tra guelfi e ghibellini

L'arte contemporanea entra nella campagna elettorale di Firenze

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Firenze vive la sua «Florence Art Week» come se si trattasse del duello tra guelfi e ghibellini. Arrivi nella città - divorata, complice le temperature agostane, da un turismo internazionale e ciabattone - e fai fatica ad orientarti tra i 44 eventi che per undici giorni (si finisce domenica) riversano il contemporaneo nella capitale del Rinascimento. La regia è condivisa, 29 le istituzioni coinvolte, ma dovremmo dire in guerra, perché quella sull'arte sembra una gara muscolare a chi osa di più, a chi arriva primo. Palazzo Strozzi invita l'artistar Anish Kapoor? Il suo vicino di casa, quel Museo Novecento diretto da Sergio Risaliti che si affaccia in piazza Santa Maria Novella, risponde facendosi (letteralmente) in sette, tante sono le mostre che inaugurano in questi giorni. Due vanno viste, senza se e senza ma: Mapplethorpe von Gloeden. Beauty and Desire, confronto inedito (e ad alto tasso erotico) tra i due fotografi, e Cecily Brown. Torments, temptations, triasl and tribulations, in cui l'artista, afrodiscendente nata a Londra, ben quotata sul mercato e ora in mostra anche al Met di New York, ragiona su un soggetto poco contemporaneo: le tentazioni di Sant'Antonio. Complice sempre Risaliti, tornerà a breve in città il performer Nico Vascellari: gli sarà affidato un intervento in piazza della Signoria sul modello di quello fatto da Francesco Vezzoli lo scorso anno (la cui Pietà, non senza polemiche, è ora installazione permanente nel cortile di Palazzo Vecchio). In questa maratona del contemporaneo gli Uffizi non restano a guardare. Il direttore Eike Schmidt ha offerto all'artista portoghese Joana Vasconcelos ben tre spazi, tra cui la Sala Bianca di Palazzo Pitti dove spicca Marilyn, scultura che rappresenta un gigantesco paio di sandali col tacco uguali a quelli indossati dalla Monroe in Quando la moglie è in vacanza. Dettaglio: la scultura è composta da pentole in acciaio. Con l'aria di chi sa che il diavolo spesso dimentica i coperchi, sull'Arno si guarda all'intera operazione contemporanea con malcelata diffidenza: non sono passati inosservati i botta-e-risposta cultural-politici («a mezzo letterine sulla stampa locale: sul nazionale non va mai niente, Firenze resta provincia», ci ha detto qualcuno) tra il direttore Risaliti, vicino al sindaco (ex renziano) Dario Nardella, in scadenza la prossima primavera, e il direttore Schimdt, anche lui con mandato a termine, coccolato dalla destra per la poltrona di primo cittadino.

Ed è un peccato che queste scaramucce tra fazioni facciano perdere di vista l'obiettivo comune: svegliare Firenze, bella, bellissima addormentata, dal torpore di città-Disneypark. FAm

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