Il commento Inaccettabili le zone d’ombra dell’islam

È stato bene che sia andata così e che Bin Laden non ci sia più. Poi si può fare anche qualche distinguo, per carità, ma non cambia la sostanza. La Chiesa ha detto che non si gioisce di un morto ammazzato. In molti hanno detto che vorrebbero la diplomazia al posto delle armi. Tutto bene. Anche noi. Quando è possibile. Con Osama non è stato possibile mai e altra via non c’era. Detto questo vorremmo riordinare tre idee.
Primo. Sono cambiati tre presidenti, negli stati Uniti, ma il nemico, il rappresentante del male, l’impersonificazione del male non ha mai cambiato nome: Osama Bin Laden è stato tutto ciò per Clinton, per Bush jr, per Obama. Senza distinguo, senza differenze, senza tentennamenti. La gioia dell’America perché Osama non c’è più è la stessa per i democratici e per i repubblicani. Com’è lontana l’America, su molto meno (la Libia), siamo riusciti a dividerci molto di più. Un democratico americano come Barack Obama che ha tentennato su molto (Irak e Afghanistan), ha fatto molte marce indietro (Guantanamo), quando c’è stato da chiamare le cose con il loro nome, in questo caso, non ha esitato a farlo. Osama è stato fatto fuori, giustizia è fatta. Saranno molti gli interpreti italiani che proveranno a spiegarci quello che Obama voleva dire. Ma questo non conta anche perché, almeno in questa occasione, Obama non ha bisogno di interpreti.
Secondo. Per il fondamentalismo e per il terrorismo islamico non sarà più come prima. È vero che al Qaida non è un’organizzazione piramidale e gerarchica. È vero che - come ci hanno spiegato gli esperti - questa organizzazione terroristica vive attraverso cellule con operatività assai autonoma. Il punto vero è che il terrorismo islamico, come tutte le altre manifestazioni del fondamentalismo, richiedono delle guide spirituali perché quei fenomeni si alimentano di fanatismo e il fanatismo senza guide spirituali che lo impersonino, lo stimolino e lo motivino può sopravvivere ma stenta a trovare la forza. Ce ne saranno altre, certo, ma Osama era un tipo di leader non facilmente sostituibile, anche solo considerando la longevità della sua guida.
Terzo. Ci fanno piacere le parole del vicepresidente della Comunità religiosa islamica (Coreis) e imam della moschea al-Wahid di Milano, Yahya Pallavicini. Senza titubanze ha affermato la bontà dell’operazione che ha portato all’uccisione di Osama Bin Laden che era un pericolo per l’Occidente non meno che per l’islam. Ci si lasci però dire che preoccupano i troppi silenzi o la vaghezza di altre dichiarazioni provenienti da quel mondo. Si contano sulle dita di una mano le dichiarazioni del mondo islamico italiano al discorso di Obama che venne osannato in occasione del suo pronunciamento favorevole all’idea di costruire un luogo di culto islamico a Ground Zero. E preoccupa in particolare che non avvenga in questa occasione dove la bontà e la giustezza dell’azione è evidente a tutti. Non va discussa. Non va dimostrata.
Le cose scritte in questo articolo dovrebbero essere la normalità e dovrebbero essere tacciate di banalità e scontatezza. Sarebbe un bene se ciò potesse avvenire ma non è così. Purtroppo.

La vaghezza di gran parte del mondo islamico italiano, i suoi silenzi si uniscono a quelli delle anime belle italiane che però, in quest’occasione, essendo presidente Obama, non potendo blaterare più di tanto usano toni flebili. Tanto flebili quanto sbagliati.

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