Il commento Gli indignati speciali del giorno dopo

Parlano gli atti. Parla la bocciatura in Comune, pochissimi giorni fa, di un ordine del giorno del consigliere della Destra Gianni Bernabò Brea che chiedeva di condannare le violenze degli studenti a Genova. Parla l’approvazione in Regione di un ordine del giorno di Alessandro Benzi della Federazione della sinistra che dà più aiuti ai centri sociali, mentre si bocciava il finanziamento degli oratori chiesti da Gino Morgillo e dal Pdl.
Parlano gli atti. Parla il silenzio assordante che ha circondato le violenze di piazza degli «studenti», chiamiamoli così per convenzione, finché non è stato colpito il Secolo XIX. Da quel momento tutti a commentare, a dichiarare, a solidarizzare. Ma, prima, proprio sicuri che fino a quel momento non ci fosse niente da solidarizzare? Proprio sicuri che prima di quella vergognosa aggressione a un giornale non fosse successo niente? Negli ultimi anni, negli ultimi mesi, negli ultimi giorni?
Per sgombrare il campo da ogni equivoco, ribadiamo la nostra totale solidarietà ai colleghi del Secolo aggrediti in questo modo solo per aver fatto il loro mestiere e, in particolare, con il direttore del quotidiano di piazza Piccapietra Umberto La Rocca. Mille volte non condivido le scelte editoriali del Secolo, mille volte mi prudono le mani quando lo leggo (ma per picchiare sui tasti, non per picchiare tout court, ci mancherebbe), ma il direttore è un galantuomo, ottimo professionista e persona perbene. E quindi lo abbraccio in pubblico, dopo averlo già fatto privatamente, sia pure via sms.


Detto questo, è incredibile che prima dell’aggressione al Secolo le violenze di piazza, gli espropri proletari, ma anche - molto più semplicemente - gli espropri di tempo e vita a persone che volevano soltanto fare i (...)

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